lunedì, gennaio 28, 2008

Le solite hamburgher - Confidenze di una sedicenne

Miriam, allora, come ronza? ragazzi? finalmente lieviti? non menartela dai: lo sai che le tette più crescono e prima cadono! il fratello è sempre così figo e sotto­vuoto? Scrivi che sfriggo!!! Qui le solite hamburger; da che sei partita tu la classe si è sfasciata, i prof fanno quel cazzo che gli pare: compiti, voti, interrogazioni volanti... nessuno gli tiene più testa, io ci provo, ma poi sono sola, Marty, lo sai, dipende da come scende dal letto, Raffy ormai è in orbita su Internet e Christian è in piena depressione! Ieri per es.: pomeriggio assurdo, la prof di italiano ci ha trascinate ad una conferenza in centro, c'era mezza scuola. Il nuovo prof di scienze quando è arrivato si è se­duto due file dietro di me, mi sono dovuta sbracciare perché mi vedesse, Marta mi ha preso per il culo per cinque minuti, non la smetteva più di ridere come fa lei, con quella specie di ansimo ragliante che poi ha dovuto andare in bagno per riprendersi e tutti la guardavano, anche quella famosa che stava par­lando ha dovuto interrompersi, quella che ha tradotto Hemingway, no forse Bukowski, beh insomma ci ho goduto, io che quando succede in classe brucio con gli occhi chi si azzarda a prenderla per il culo.

Le cose per un po' sono rimaste sul pallottoloso andante: due interventi neanche stronzi, ma si per­devano loro che leggevano, figurati noi; il Prudente, il prof di scienze, che poi non si chiama Prudente, ma Paolo Rudenti, non mi ha cagato minimamente o forse sì, ma come si fa a saperlo: è strabico! Intanto After Eigth, quella nuova di filosofia, faceva la cascamorta con un pelato che stava tra lei e il Prudente, tanto per non smentire il suo nome: il goloso cioccolatino che si scarta prima. Prima di quando? Prima che ci pensi! E ti si appiccica il mano! Oh, non è tutta roba mia, Marta, Raffy e Christian ci hanno messo del loro, abbiamo fatto gli spot per quasi tutti i prof, beh quelli che se la tirano di più, appena finiamo di montarla ti mando la cassetta.

Poi finalmente ha cominciato a parlare l'unico fico che ci fosse (oltre al Prudente, naturalmente!). Aveva continuato a bere birra e a ciucciare il sigaro durante tutti gli interventi precedenti, con l'aria di quello che sta aspettando che aprano le sale corse. La voce ! Body dovevi sentirla! gli saliva dalla pan­cia girava due volte nelle volte ( che fica eh!) cavernose del cranio dove il fumo del sigaro aveva inca­tramato le pareti ed usciva, dalla gola irruvidita dall'alcool, potente, ruvida e profonda! (ma sono o non sono fichissima?) No giuro che non faccio per farti invidia era proprio cosi! Anche After Eight ha smesso di chiacchierare, giuro che mi sono voltata perché ho sentito odore di menta e pensavo che fosse lei che si era sciolta! invece no era lì che si leccava le labbra, e l'odore di menta era Marty che ciucciava le sue cicche contro l'alitosi, che adesso ci ha questa fissa, ci pensasse mai la prof di mat che quando ti interroga alla lavagna e ti viene vicino senti tutto quello che ha mangiato la settimana passata e in cosa si è trasformato...

Il discorso del tipo, che poi era uno scrittore di gialli: infatti aveva anche la giacca gialla, così nes­suno si poteva sbagliare, era carino, ogni tanto si rideva, ma non voleva dire qualcosa, era così, di com­pagnia.

Insomma avrai capito che io cominciavo a rompermi, sembrava un po' di essere in TV al ciccio­show, ma lì ti pagano... Marta da un po' voleva andarsene e insisteva, io non volevo farmi notare dalla prof di italiano e neanche dal Prudente che ogni tanto mi guardava e mi rodevo perché c'era troppa calma e silenzio, una nostra uscita sarebbe stata notata da tutti. Alla fine mi sono arresa e ci siamo al­zate, stava parlando una "sciuretta", come dice mia madre, anche lei era una scrittrice (che cazzo c'en­trano poi gli scrittori di mezz'età con il disagio giovanile?) e non so cosa dicesse perché noi aspettavamo solo il momento giusto, insomma scivolavamo tra le sedie vuote con scioltezza, quando una grassa risata di pancia ha fatto voltare Marty che, subito preoccupata di non farsi travolgere dalla sua risata asinina, si è disunita e ha inciampato in una seggiola facendone cadere una fila e in mezzo a quello sfascio lei, per terra, ha cominciato a ridere, piangendo, avrei voluto ucciderla, ma sapevo che non faceva apposta, così l'ho aiutata ad alzarsi e siamo andate in bagno a restaurarci.

Saremo state in bagno un quarto d'ora e intanto dalla sala continuavamo a sentire quella risata e poi battere le mani e poi urlare "brava", così ci siamo affacciate per capire cosa succedeva e abbiamo scoperto che era il pelato tra After Eight e Prudente, che faceva tutto, mentre parlava ancora la sciu­retta...

Non so come fosse partita ma stava dicendo cosa bisognava fare e non fare nella vita. Non ricordo bene tutto perché il pelato mi distraeva, sembrava proprio che ogni risata, ogni "brava" le scagliasse con gusto, ma anche con rabbia, in faccia alla sciuretta, che imperterrita proseguiva, pareva che non riuscisse a decidersi come valutare risate e battimani e complimenti da parte di uno solo, mentre il resto del pubblico taceva.

Ha continuato a dire "ragazzi praticate le arti marziali, non bevete, non fumate, non fate sesso non protetto, non drogatevi, studiate l'inglese e l'informatica "ed altre cose così per altri dieci minuti almeno poi abbiamo dovuto andarcene perché a sentire tante stronzate a Marty veniva ancora da ri­dere e poi ormai era quasi ora di cominciare a lavorare, ma già, ancora non te l'avevo detto: il giovedì dalle sei alle dieci di sera lavoro in un circolo dove vengono a farsi le seghe uomini di mezz'età, da soli o con le mogli, davanti a me che sto nuda seduta su una sella con un gran cazzone a stantuffo che quando mi ci siedo sembra che me lo ficco dentro tutto e poi mi ci agito sopra cinque minuti, anche se quattro sono inutili, visto che vengono tutti subito. Ogni mezz'ora un numero, più o meno, un cocomero a settimana e ogni tanto, quando è in buona, il capo fa girare qualche pista. Ai miei ho detto che il giovedì ho gli allena­menti di pallavolo e così mi hanno dato i soldi per l'iscrizione ecc. ecc. invece ho cominciato il piano di accumulo per la pensione con due fondi diversi. Speriamo bene. Adesso anche Marty vorrebbe entrare: ci sarebbe libero il mercoledì e il capo mi ha chiesto qualcuno che sembri minorenne come me, ma sono sicura che lei appena vede 'sti pancioni che ballonzolano mentre le sciurette glielo menano gli scappa da ri­dere e sai che casino...

Scappo che devo finire le rocce magmatiche, che domani Prudente mi interroga ...

In morte del padre

Mentre l’alba trionfa sulla notte ti vengo a cercare,

so che non giungerò in tempo,

soltanto spero di vederti sereno,

spero che il dolore non ti abbia sconciato

e sono esaudito.

Tra le lacrime mi consola una serenità,

profonda, che nuota per venire a galla,

come un sughero non può stare sommerso,

così tu non potevi fare a meno di lottare,

mandasti a casa i miei fratelli una volta ancora,

come tante volte facesti anche con me,

quanto mi pesa avere mancato quell’ultimo saluto.



Quante volte ci contrastammo,

quante volte mi offristi cose che non amavo,

quanto tempo impiegasti a imparare ad ascoltare,

un poco,

e fu crescita la tua o resa al tempo?

A che età imparasti ad avere stima delle mie scelte, non so.

Certo fu tardi.

Solo a momenti, a frammenti, a sprazzi

potei infine capire che di me eri orgoglioso,

ma fu un po’ una resa la tua, alla vecchiaia forse,

al tuo bisogno,

ché di poco venni incontro ai desideri tuoi per me.

E d’altro canto ero più figlio di mia madre che di te.

Solo, forse, soccorrendoti ti ho infine trovato

e con te mi sono conciliato.

Ecco ora sento in me come un amore,

Vi sento, Madre e Padre, insieme finalmente.

Lunga fu l’assistenza che vi diedi e poi l’ascolto.

Ora vi sento in me come se voi foste i miei figli

E io pregno di voi, ma non ci sarà mai parto.

Diventerete sempre più piccini e più vicini

E piano ci confonderemo…

Milano 21 marzo 2007