venerdì, dicembre 21, 2012

Buone e cattive nuove per i detenuti italiani

Una buona notizia rasserena in parte l'animo della maggior parte dei reclusi nelle carceri patrie, il Presidente della Repubblica Napolitano, accogliendo le suppliche levatesi da tanta parte del mondo carcerario, ha commutato la reclusione di Sallusti in ammenda, il rischio di trovarsi Sallusti in cella sembra evitato, il sollievo è tale che in molti istituti si stanno raccogliendo fondi per aiutare Sallusti a pagare i 15.000 €, il timore di tanti è che dica di non voler pagare per principio, o perché anche a lui, come a Brunetta, la banca non li vuole prestare, in realtà il sospetto di molti è che egli tenti con tutti i mezzi di entrare in carcere per sfuggire la compagnia della "compagna" Santanchè.
Purtroppo però nel complesso, il sovraffollamento ha raggiunto livelli intollerabili in un paese che voglia definirsi civile, molti cacrcerati seguono con preoccupata partecipazione lo sciopero della fame e della sete posto in atto da Giacinto Pannella (detto Marco) da oramai undici giorni, in questi giorni pannella ha assunto piccole quantità di liquidi, tramite fleboclisi, ma la sua protesta continua.
Purtroppo tutti sanno che Pannella non ha alcuna possibilità di farsi sentire nei "palazzi", parlamentari e senatori del PdL sono tutti presi dai vari tentativi di rintuzzare le leggi per l'incandidabilità dei condannati per gravi reati, o per eliminare l'obbligo di raccolta firme per i nuovi partiti che, come vermi dalla carogna, stanno per sorgere dal decomporsi del PdL, quindi l'interesse per la protesta di Pannella si configura più come una manifestazione di affetto per l'uomo che per motivi di interesse personale, in quanto nessun partito, prima delle elezioni, vuole mandare un messaggio di tal genere agli elettori e il, semplicemente ragionevole e razionale, provvedimento di depenalizzazione del consumo di droghe, che pure in sede di convegni internazionali è stato riconosciuto come unica via per la riduzione del danno, viene considerato da tutti i partiti come "suicida" in vicinanza delle elezioni.

mercoledì, novembre 28, 2012

I detenuti ringraziano Bruti Liberati

Contrariamente a quanto sostiene Sallusti (qui un articolo su repubblica.it) le motivazioni che pare abbiano spinto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati secondo alcuni sono di natura umanitaria, oltre che per tutelare l'Italia da una condanna in sede internazionale, la presenza di Sallusti in un carcere avrebbe infatti sottoposto gli altri detenuti a una sofferenza ingiustificata e ingiustificabile, tale che eventuali ricorsi alla Corte Europea, da parte dei detenuti, avrebbero potuto cagionare importanti esborsi da parte dell'amministrazione.
Anche da parte di alcuni direttori di istituti penitenziari è stata espressa, riservatamente, preoccupazione per la salute mentale e il rischio suicidio per i detenuti eventualmente reclusi insieme al Sallusti.
Varie organizzazioni umanitarie stanno facendo sentire la loro voce per spingere il governo ad attuare misure che servano a proteggere i detenuti, cittadini che stanno onestamente scontando la loro pena, dal ludibrio di sentirsi accomunati al Sallusti, addirittura costretti a dormire sotto lo stesso tetto.
Ma noi ci chiediamo se il procuratore capo Bruti Liberati non avrebbe dovuto occuparsi, in primis, dei cittadini non reclusi, che con gli arresti domiciliari del soggetto in questione si trovano a dover vedere il Sallusti ogni volta che accendono la televisione e sentire le sue dichiarazioni, anche in fascia protetta, senza alcun rispetto per la sensibilità delle fasce deboli della popolazione, i bambini e gli anziani, che hanno manifestato già un grave aumento degli episodi di vomito incoercibile e numerosi casi di reflusso gastro-esofageo.
Se il governo riuscisse a trovare il modo di fare accettare a Sallusti il ruolo di mediatore tra il governo siriano e i ribelli sarebbe una soluzione eccellente: gli italiani si libererebbero. almeno temporaneamente. del soggetto e probabilmente in Siria, pur di liberarsi di lui, si metterebbero d'accordo, sarebbe solo una soluzione transitoria certo, ma, con tutti i conflitti che sono in corso nel mondo, il ruolo di mediatore potrebbe divenire stabile e noi potremmo liberarcene definitivamente.

venerdì, novembre 23, 2012

Israele e la decimazione non dichiarata

Qualche deciana di anni fa ebbi la pazienza di contare in un periodo di alcuni anni il numero di israeliani e di palestinesi morti nel conflitto israelo-palestinese.
I conti che feci allora non si discostano da  quelli che riportava il post soppresso di Piergiorgio Odifreddi su repubblica.it (che ho trovato qui su il fatto quotidiano.it) che cito integralmente di seguito:
"Dieci volte peggio dei nazisti (18)
Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.
In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
Piergiorgio Odifreddi"
Qui  Odifreddi su repubblica.it scrive un ultimo post di commiato dopo la censura, tante volte non mi sono trovato d'accordo con lui, ma i numeri non sono contestabili.
Se si trattasse di sperimentare una medicina e questa provocasse una mortalità maggiore nei soggetti trattati rispetto ai pazienti di controllo con il placebo, trarremmo le conseguenze dai numeri, così in questo caso i numeri parlano da soli, non c'è proporzionalità accettabile tra i danni inferti agli israeliani e quelli inferti ai palestinesi, non possiamo parlare di legittima difesa, semmai di una forma violenta di dissuasione dal restare nelle proprie case, di un tentativo, già in gran parte giunto a buon fine di estromettere i palestinesi dalla propria terra, privandolo dell'acqua, della terra, delle possibilità di avere un qualunque sviluppo economico e culturale, se non fosse attuato con tanta ferma circospezione e tanti alibi, diremmo che si tratta di un etnocidio vero e proprio, con quanto dolore ogni volta che affronto questo argomento mi trovo a fare i conti è cosa difficile a dirsi, quanto facilmente l'uomo passi dal ruolo di perseguitato a quello di persecutore è cosa che mi corrode le budella e muove al pianto.

domenica, novembre 18, 2012

Aldo Grasso stavolta non ci mette la faccia, perchè?

Spesse volte di recente ho visto gli interventi video di Aldo Grasso come critico televisivo, ma questa volta si è superato ha voluto fare un pezzo su Francesco Rutelli, per carità il soggetto si presta pure, ma la carica di acrimonia con cui ha farcito il suo pezzo lo rende un articolo che potrà essere usato nelle scuole di giornalismo, come esempio di autoironia involontaria, di più: di sarcasmo a carico di se medesimo.
A onore del vero bisogna riconoscere che Aldo Grasso stavolta non ha voluto metterci la faccia si è limitato alla firma, mi sa che gli veniva troppo da ridere a dire le cose che ha scritto.
L'articolo è su "corriere.it" qui , dovete assolutamente leggerlo assolutamente (ed è proprio il caso di usare questo avverbio che sono giunto a detestare per l'abuso che se ne fa di questi tempi) tutte le accuse di risentimento che il buon Grasso, solitamente abbastanza equilibrato nelle sue recensioni, fa a Rutelli sono in evidenza in tutto il suo articolo ma a carico del Grasso stesso.
Sembra proprio che la difesa della casta giornalistica sia un virus che non risparmia nessuno, anche Travaglio a suo tempo scrisse in difesa dell'Indifendibile, a cui evitare il carcere causa tanto travaglio a politici e giornalisti.
Ma insomma ci dicano a cosa serve questo ordine dei giornalisti, se esso non prende quasi mai posizione contro i suoi iscritti!
Bisognerebbe che qualcuno spiegasse ai giornalisti che le maggiori tutele, come quelle stabilite dall'esistenza di un ordine professionale, esigono anche maggiori responsabilità.
Nascondersi dietro una multa più o meno ingente, come fanno buona parte degli iscritti all'ordine e molti politici, multa che, per i giornalisti che diffamano conto terzi, pagherebbero l'editore o il mandante, è nascondersi dietro le proprie mani, come fanno i bambini, una multa ingente serve solo a scoraggiare il giornalismo d'inchiesta fatto da autori indipendenti e i blogger.

venerdì, novembre 09, 2012

Umberto Ambrosoli, chi è, cosa pensa, cosa ha fatto?

Confesso la mia ignoranza, non so niente di Umberto Ambrosoli, tranne il fatto che sia figlio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, assassinato da un killer su mandato di Sindona.
Visto che sul nome di Umberto Ambrosoli c'è stata una ridda di notizie ho cercato lumi sulla rete, ma non sono riuscito a capire cosa abbia fatto fin'ora, al di là di essere un avvocato (spulciando decine e decine di pagine di ricerca di Google non sono neppure riuscito a capire se sia un civilista o un penalista), ho cercato di capire quali posizioni abbia espresso su argomenti di carattere sociale, politico o economico, neppure su questo sono venuto a capo di niente. Unica cosa certa è che ha fatto una settimana (o più?) di tira e molla se accettare o meno la candidatura.
Leggo che Tabacci appoggia senza dubbi la sua candidatura, mi piacerebbe sapere in base a quale programma, ma a quanto pare stanno piazzando cavalli di frisia per impedire le primarie nel/al PD e i programmi sono un optional, ma non di quelli dirimenti la scelta del modello, un po' come lo sbrinatore dello specchietto retrovisore in Madagascar.
Per carità, non ho niente contro questo signore, ma mi piacerebbe sapere come la pensa su vari argomenti di tipo economico, etico, sociale, e di cosa si è occupato fin'ora, altrimenti sarebbe molto meglio evitare non solo le spese delle primarie, ma anche le elezioni e tirare a sorte il prossimo presidente della Regione Lombardia tra tutti i cittadini, la probabilità che capiti qualcuno peggio di Formigoni credo sia estremamente limitata, quindi sarebbe comunque un progresso.

giovedì, novembre 08, 2012

Capelli rossi e genetica

Qui su corriere.it un articolo divulgativo sulla relazione tra capelli rossi e clima, contrariamente a quanto è usuale sui giornali sul web l'articolo è abbastanza chiaro, ma alla fine cade in un errore grossolano, sembra che il giornalista si sia improvvisamente fatto prendere dalla fretta di chiudere infatti conclude così:
"In tutti i casi come conferma lo studio è credibile che il rutilismo origini da una mutazione genetica avvenuta in alcune popolazioni nordiche circa 20.000 anni fa a causa di un cambiamento climatico e per favorire la vitamina D."
La fretta, immagino, è riuscito a far mettere, a in poche righe due importanti errori che possono indurre il lettore a pensare ai meccanismi di mutazione e di selezione come dipendenti da cose che non hanno diretta relazione con essi.
Mi spiego: che la mutazione genetica sia avvenuta a causa di un mutamento climatico sono certo che nessun genetista lo affermerebbe, semmai potrebbe affermare che la mutazione, causata da non sappiamo cosa, era presente nella popolazione e il clima, divenuto povero di irraggiamento solare, la ha favorita in quanto la pelle particolarmente chiara dei "rossi" lascia passare la poca radiazione disponibile in misura maggiore della pelle di chi ha pelame di altre caratteristiche, i portatori di tale mutazione quindi venivano favoriti dalla selezione naturale in quanto anche in quelle condizioni climatiche potevano sintetizzare la vitamina D necessaria al loro metabolismo.
Quindi: il cambiamento climatico in generale non causa una mutazione, e le mutazioni non avvengono per favorire una vitamina o un'altra.

lunedì, novembre 05, 2012

Ridere con il National Geographic

Qui una foto del National con titolo e didascalia che recita così: "Modello testarossa"; più sotto: "Questa nuova tarantola dalla testa rossa, Iridopelma katiae,..." divertente il doppio equivoco: la Ferrari Testarossa si chiamava così seguendo la tradizione per cui, sui modelli da competizione i coperchi degli alberi a camme erano verniciati di rosso, quindi si trattava della parte superiore della testata del motore.
Fin qui la didascalia in grassetto ci può stare è ironica e in effetti il motore nella Ferrari in questione era in posizione centrale-posteriore e le due righe sull'addome potrebbero far pensare alle testate di un motore a V longitudinale.
Ma quando si specifica, nella parte della didascalia che ho sottolineata, che questa tarantola ha la testa rossa allora si ride davvero!

domenica, ottobre 28, 2012

Kostas Vaxevanis da solo contro la mafia greca

La mia solidarietà a Vaxevanis, si accompagna a disprezzo per giudici e politici, specificamente in questo caso, in cui hanno operato come una organizzazione mafiosa, per difendere i propri interessi e quelli dei loro sodali, facendo di tutto per occultare la lista di possibili evasori e/o non hanno fatto niente per perseguirli,
Per chi non ricordasse la faccenda, il giornalista Kostas Vaxevanis ha pubblicato sulla rivista Hot Doc la lista di numerosi cittadini greci che avevano conti in svizzera, si tratta della famosa lista nomi di correntisti della Hsbc (banca svizzera), "trafugati" dal tecnico informatico Hervé Falciani e acquisiti o comprati da vari stati,  come la Germania e la Francia e "obtorto collo" l'Italia, per combattere l'evasione fiscale,  l'elenco dei cittadini greci che figuravano in quella lista fu consegnato, dall'allora ministro del governo Sarkosy, Christine Lagarde, al governo greco che si impegnò per perderla.
Ora la magistratura greca persegue il giornalista che ritrovandola l'ha pubblicata! Questi magistrati fanno degna compagnia ai molti dei nostri, quali quelli che si svegliano dal torpore dei loro scranni quando devono dichiarare incostituzionale, o comunque improprio, per eccesso di delega o di attribuzione o con qualche altra formula legale che sono troppo incavolato per cercare ora, il taglio dei loro stipendi e non le pensioni minime.
Aggiornamento  del 3 Novembre 2012: Il giornalista è stato assolto dalle accuse, evidentemente il mio giudizio nei confronti della magistratura greca era troppo severo, non tutti i magistrati, evidentemente, sono servi acquiescenti del potere.

giovedì, ottobre 25, 2012

Continua il can can sulla condanna della Commissione Grandi Rischi

Sono il primo a sostenere che in Italia i giudici emettano non di rado sentenze talmente discutibili che i casi di rovesciamento della sentenza in Corte d'Appello non sono rari, così come i casi di annullamento in Cassazione.
Ritengo anche che, dato il fatto che il CSM, come organo di autogoverno della magistratura, ha dato prova di assoluta parzialità, le condanne del comportamento di magistrati mi paiono assolutamente incongrue rispetto ai fatti ascritti, sarebbe quindi il caso di rivedere le norme e gli strumenti.
Difendo anche le norme contro la responsabilità dei magistrati salvo il caso di colpa o di dolo, ma sarebbe utile che qualche magistrato fosse a volte condannato, non che se la cavi, come è stato fin'ora, con una semplice ramanzina e un trasferimento o addirittura una promozione.
Sono anche il primo a sostenere che non si possono condannare persone per non avere fatto ciò che non era nelle loro possibilità di fare, questa è la tesi che circola nei blog e sui giornali a proposito della condanna della Commissione Grandi Rischi.
Aspetto di leggere le motivazioni della sentenza, per ora un commento sulla requisitoria del PM .
Buona parte della requisitoria mi pare aria fritta di un avvocato che vuole mettere alla prova la resistenza delle sue corde vocali e la resistenza delle parti e del giudice, molte sono le contraddizioni che vengono esposte con eloquio scientificamente non valido e oratoria confusa, ma alcune delle proposizioni sono precise "Improbabile il rischio a breve di scosse violente come quella del 1703 anche se non si può escludere in maniera assoluta", al contempo vengono citati articoli pubblicati nel 1995 che danno un evento probabilità di un evento sismico di magnitudo pari a 5,9° R pari a 1 sia a cinque anni sia a venti anni.
Ricordo solo che una probabilità pari a uno significa certezza dell'evento.
Certo si può obiettare che la scossa nel quinquennio 1995-2000 non si è verificata, purtroppo si è verificata esatta la previsione probabilistica ventennale.
Ma se la Commissione Grandi Rischi non ha poteri di nessun tipo, salvo quello di dare pareri e i suoi pareri vengono ignorati dalle autorità "competenti" siamo d'accordo che nessun rilievo possa essere fatto ai suoi componenti.
Se però la suscettibilità del territorio aquilano a eventi sismici violenti era stata definita da tempo, se inoltre le strutture edilizie erano state definite da tempo inidonee a zone sismiche, se i precedetni terremoti importanti nell'area erano stati preceduti da sciami sismici come pare risulti da dati storici, definire improbabile una scossa violenta che precedenti studi davano per certa pare una leggerezza colpevole.
Appunto di omicidio colposo sono stati accusati i componenti della Commissione Grandi Rischi, quindi a che titolo su giornali, blog e telvisioni illustri e meno illustri scienziati si scandalizzano e citano a sproposito Galileo e la persecuzione della scienza?
Importante semmai sarebbe che codesti componenti della commissione non divengano capri il cui sacrificio valga ad assolvere tutte le altre autorità amministrative e politiche che hanno declassato il rischio sismico per la zona in questione e hanno permesso costruzioni inidonee al sito.
Ora quindi processi per tutti!
E invece di grandi opere mettiamo all'ordine del giorno la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici e privati con facilitazioni e sgravi se non con finanziamenti agevolati.

mercoledì, ottobre 24, 2012

Sallusti e la Commissione Grandi Rischi

Sembra impossibile quanto conti per lo meno in Italia l'appartenenza, vera o presunta, ad una corporazione, a un gruppo, più o meno ristretto, a una elite, i casi di Sallusti e della condanna a 6 anni per i componenti della Commissione Grandi Rischi son in questo emblematici, ora mi spiego.
All'indomani della condanna a Sallusti su tutti i giornali (o quasi) da Libero a Il Fatto lessi un coro di lamentazioni sulle minacce alla libertà di stampa che discendevano da quella condanna e un conseguente incoraggiamente alla politica a cambiare la legge per "salvare" Sallusti dal carcere.
Oggi leggo un coro analogo, oltre che sui giornali, anche su blog scientifici ad es.:
- Marco Cattaneo
- Sylvie Coyllaud
- oggiscienza. .
Ho sceltoquesti 3 perché sono quelli che mi capita di leggere più frequentemente, in quanto, non di rado, anche se non sempre ovviamente, condivido almeno l'approccio alle questioni trattate, ma oggi mi hanno veramente stupito proprio per l'immediata difesa della "categoria" contro la magistratura proprio come è successo per il Sallusti da parte dei giornalisti.
Tra i commenti ho letto questo di Marco Cattaneo al suo proprio post "Dato che siamo davanti a un’accusa di omicidio, credo che il tribunale dovrebbe dimostrare che chi è stato a casa, quella sera, lo ha fatto a seguito delle rassicurazioni della protezione civile. Altrimenti si può parlare di gravissima negligenza, di superficialità, di imbecillità, di stronzaggine, interdire dai pubblici uffici e quant’altro. Ma c’è differenza tra un cretino e un omicida."
Forse il concetto di omicidio colposo rimane ancora un concetto confuso per molti scienziati allora ricapitolo gli omicidi secondo la gravità prevista dal codice penale che gradua le pene di conseguenza:
- omicidio volontario (ev. aggravato dalla premeditazione)
- omicidio preterintenzionale (conseguente a percosse o lesioni personali)
- omicidio colposo
Art 589 CP:
« Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni.
Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale da: 1) soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni; 2) soggetto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici. »
1a osservazione: Mi sembra quindi che la pena irrogata non sia il massimo stabilito dal codice (15 anni).
2a osservazione: Il nesso causale tra il comportamento dei componenti la Commissione Grandi Rischi e la morte di quelle persone è difficilmente stabilibile in senso stretto, in quanto i cittadini avrebbero potuto dormire in auto o meno indipendentemente da quanto comunicato ai media.
3a osservazione: Stante la riconosciuta impossibilità di prevedere i terremoti a quale scopo i condannati hanno accettato di partecipare a una riunione convocata esplicitamente allo scopo di tranquillizzare l'opinione pubblica in merito?

La quasi totalità degli articoli e dei post si è concentrata sugli aspetti emotivi della piazza o di tutela della casta, sì purtroppo a questo punto non posso fare a meno di usare questo termine, che non amo, per definire l'insieme degli "scienziati" che si è quasi unanimemente espresso a propria tutela, senza, probabilmente, rendersi conto che con questo tipo di difesa abdicano, al principio di responsabilità personale che dovrebbe essere la base per qualunque tipo di potere e facendo ciò si espongono proprio alla critica che sta investendo la classe politica, che del potere accetta solo gli onori cercando di liberarsi di tutti gli oneri, come appunto la responsabilità personale.
Non è possibile accettare inarichi di potere e prebende senza assumersi anche la responsabilità di dissociarsi dal potere politico o gerarchico, quando non si condividano le sue posizioni o conclusioni.
Detto ciò mi aspetto che chi ha passato L'Aquila da rischio 1 (massimo) a 2 ,e consentito quindi di edificare con caratteristiche diverse, sia condannato a trent'anni! Così come chi ha costruito in deroga alle norme o chi ha consentito tali droghe.

venerdì, ottobre 19, 2012

Il prefetto di Napoli Andrea De Martino e lo Zar

Potete vedere qui come si comportavano i funzionari dello zar ai tempi de "Le anime morte" di Gogol, commentare la supponenza e la boria di questo personaggio pare inutile.
Un governo degno di questo secolo gli chiederebbe subito le dimissioni o lo metterebbe autonomamente a riposo.
Tra corrotti e supponenti di questi burocrati ne abbiamo piene le scatole!
DIMISSIONI SUBITO!

mercoledì, ottobre 17, 2012

Elezioni o sorteggi?

Visto qui su Repubblica.it che mezza Italia è coinvolta nel voto dsi scambio, sempre più si manifesta la necessità di passare a una forma di elevazione al potere diversa dalle elezioni: il sorteggio.
Già mezzo secolo fa non ricordo quale autore di fantascienza aveva pronosticato una forma di governo basata sul sorteggio, è il momento di pensarci seriamente?

lunedì, ottobre 15, 2012

Funzionari di polizia per la depenalizzazione del consumo di cannabis

Dopo illustri precedenti di funzionari di organizzazioni internazionali che si sono espressi a favore di una depenalizzazione del consumo di droghe il fronte di esperti e funzionari di polizia che si schiera a favore di una depenalizzazione del consumo di droghe o addirittura per una liberalizzazione del consumo, in particolare per la cannabis e i suoi derivati, si allarga, peccato che per esprimersi in questo senso i funzionari di polizia aspettino di essere in pensione o prossimi a entrarvi. Ecco qualche ipotesi in merito:
- esprimersi favorevolmente alla depenalizzazione bloccherebbe le possibilità di carriera per un funzionario di polizia, per cui essi si esprimono in merito solo a fine carriera,
- solo una lunga esperienza sul campo riesce a liberare la mente dei funzionari di polizia dei condizionamenti ambientali, (impiegano trenta o quanrant'anni per arrivarci, i funzionari di polizia sono quindi estremamente duri di comprendonio?)
- arrivati alla pensione molti alti funzionari di polizia rincoglioniscono, (sarà colpa della droga?)
Qui Enrico Franceschini dalla Gran Bretagna cita un rapporto di una commissione di un ente di beneficenza che ha visto la "partecipazione di illustri accademici ed ex-alti funzionari della polizia e dei servizi segreti britannici", in esso si paragona il consumo di cannabis a quello di moderate quantità di alcool, ma leggetevi l'articolo di Franceschini, visto che io mi sono espresso più volte in merito e potrei essere di parte.

giovedì, settembre 27, 2012

Sallusti, diffamatore mai pentito, fa la vittima

Sono contro la pena di morte in generale, ma credo che chi si esprime, o si è espresso, pubblicamente a favore di tale pena debba prendere in considerazione l'idea di esservi sottoposto o se non a quella a qualche altro tipo di pena corporale. Propongo perciò che a chi si renda responsabile di diffamazione a mezzo stampa o altro media e non faccia pubblica ammenda con rilevanza doppia rispetto al modo in cui è stat resa pubblica la diffamazione, venga asportata una fetta di natica pari al 1 per mille del suo peso, questo perchè egli sia sempre cosciente del danno che ha fatto, ma che al contempo non debba per tutta la vita essere sottoposto al pubblico disprezzo, come sarebbe se ad esempio gli fosse asportata la prima falange del dito indice o la punta del naso, misura indicata da molti per i giornalisti colpevoli di tale reato.
Se ci si chiede perchè tale misura debba riguardare solo i giornalisti la risposta è semplice, essi sono iscritti all'Ordine dei Giornalisti, la loro professione è interdetta ad altri, hanno sostenuto esami e tirocinio e come tali dovrebbero essere maggiormente coscienti della rilevanza dei mezzi che usano e delle responsabilità conseguenti.
Naturalmente di primo acchito avevo scritto che la fetta da asportare fosse di 50 g, ma poi, pensando a Giuliano Ferrara ho capito che non si sarebbe assolutamente accorto della cosa e ho ritenuto più giusta la proporzionalità della pena

domenica, luglio 29, 2012

Aleppo muore

Aleppo, nelle spire di una guerra civile, lotta e soffre, la sua popolazione è ostaggio di interessi di grandi potenze e di invadenti vicini, di elite abbarbicate al potere e di religioni assolutiste.
Io non ho più la forza di scrivere niente.

sabato, luglio 21, 2012

Dalla fu imprevidente?

Non so come la pensiate voi, io già a vent'anni avevo steso un mio testamento, olografo e datato, ogni tanto ne faccio una nuova estesione cambiando poco, chissà quale sarà trovato dopo la mia morte, li ho messi tutti in cassetti diversi, tanto per mettere un poco di suspence al riordino delle mie carte tra gli eredi.
Ma non tutti sono previdenti come me, alcuni proprio se ne battono, altri pensano di essere immortali, qualcuno infine forse pensa di divertirsi, dall'aldilà, a guardare come interi patrimoni vadano in fumo, o meglio in avvocati, percorrendo le vie giudiziali per l'attribuzione dell'eredità.
Qui su corriere.it l'ineffabile D'Alema dice "Mi è sembrato scandaloso che il compagno di Lucio Dalla non abbia avuto diritto all'eredità." non è l'unico che, in questi mesi, dopo la morte del cantautore, si sia espresso incautamente.
Una cosa sono il diritto alle unioni civili per tutti o ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, cose tra l'altro ben diverse, altra cosa sono i singoli casi.
Se L. Dalla avesse voluto lasciare in eredità alcunchè a Marco Alemanno avrebbe potuto farlo senza nessun problema, in quanto Dalla non aveva parenti in vita che avessero diritto alla riserva legittima, quindi il suo intero patrimonio era nella sua libera disponibilità, inoltre se Dalla avesse voluto in qualche modo formalizzare la sua unione con M. Alemanno non avrebbe avuto nessun problema a farlo in qualche altro stato, non gli mancavano certo le disponibilità economiche per la trasferta.

Il problema per Dalla potrebbe essere stato semmai un altro, il peso di affrontare i pregiudizi, ancora così diffusi nel nostro paese, contro l'omosessualità, e Dalla potrebbe semplicemente non aver avuto voglia di caricarselo sulle spalle.
Alla luce di quanto sopra mi pare chiaro che tutti coloro che hanno cercato di utilizzare le vicende successive alla morte di Dalla lo hanno fatto impropriamente, chi cercando di utilizzarlo per promuovere i diritti delle coppie omosessuali, sui quali non mi risulta che Dalla si sia mai espresso, chi cercando un qualche "appeal" presso coloro che sono a favore di questi diritti, chi semplicemente per avere un titoletto sui giornali.
Facciamo pure e con buon diritto una battaglia per i diritti delle coppie di fatto, ma non arruoliamo a forza defunti renitenti.

venerdì, luglio 20, 2012

La Tirrenia privatizzata. Un'occasione per ridere delle avventure dei passeggeri sui traghetti.

In merito alla Tirrenia ho un paio di episodi che mi sono accaduti da raccontare e che giustificano la mia decisione di mai più esserne cliente.
Negli anni '80 mi successe di prenotare, e pagare anticipatamente, una cabina per 4 e che l'addetto alla distribuzione cabine mi rifiutasse la cabinam sostenendo che il mio biglietto non era valido, dopo avere pazientato che sfoltisse la coda riuscii a fargli leggero con calma il biglietto per intero, infine, di malagrazia, mi diede la chiave della cabina, riconoscendo, solo implicitamente di essersi sbagliato, io dissi che il suo modo di fare non era "urbano" egli chiese che volevo dire e, mentre già mi stavo allontanando un altro passeggero che aveva assistito alla vicenda spiegò che coleva dire "educato", a quel punto l'addetto si chinò sotto il bancone ed estrasse un bastone delle dimensioni di un manico di piccone, io mi allontanai in fretta mentre lui usciva da dietro il bancone e lui rinunciò dopo pochi passi a inseguirmi.
Quindici anni dopo presi di nuovo un traghetto della Tirrenia e quattro ore e mezzo prima dello sbarco, previsto per le ore 9.00 del mattino, fui svegliato da musica a tutto volume, affacciatomi sul corridoio vidi che stavano lavando il pavimento portandosi appresso una grande radio a batterie, appena mi videro mi dissero di liberare la cabina perché dovevano fare le pulizie.
Fu l'ultima volta che salii su una nave di quella compagnia, il vantaggio di prendere una cabina e arrivare riposati, per riprendere il viaggio al mattino successivo, evidentemente non rientrava nel prezzo del biglietto per quella compagnia.
Purtroppo anche con altre compagnie di navigazione ebbi sorprese, anche se più "sfumate", una volta, su GNV da Genova a Palermo, mi accorsi che gli asciugamani erano stati solo ripiegati dopo l'uso dei passeggeri precedenti, non cambiati, trovai infatti una macchia di sangue, o che tale appariva, in un'altra occasione assistei, non visto, alla "pulizia" del bagno, fatta passando, in fretta, l'asciugamano dei passegeri precedenti un po' dovunque e mettendo le fascette "sanitized" sui wc, devo dire che negli altri viaggi con tale compagnia non successe altro di sgradevole, salvo comunque la tendenza di tutte le compagnie a sfrattare i passeggeri dalle cabine varie ore prima dell'arrivo, probabilmente a causa del fatto che, nella stagione estiva in particolare, i tempi di sosta tra i viaggi sono estremamente ridotti.
Ricordo che una volta a Civitavecchia, partendo per Olbia con l'auto, l'imbarco fu veramente avventuroso.
Erano le dieci di sera, in agosto è già notte, mi avevano fatto imbarcare l'auto e poi mi avevano fatto uscire, avrei dovuto rientrare con tutti gli altri passeggeri dopo un'ora: la nave a quel punto era accostata per un fianco alla banchina e per entrare si doveva salire una passerella lunghissima e stretta che finiva in una porticina, la quale dava su un locale che poteva essere di 5m per 5m, qui si apriva lo sportello del commissario di bordo che distribuiva le chiavi delle cabine e tutto intorno partivano scale in salita e in discesa.
La nave era arrivata in ritardo e tutti si accalcarono per salire, temetti che la scaletta non resistesse al peso, invece arrivai, in qualche modo, alla ressa davanti allo sportello del commissario di bordo, quando un odore di bruciato si diffuse nell'aria e, in un attimo, dalle scale che salivano e scendevano, cominciò un flusso inverso di persone spaventate.
Dalla scaletta esterna continuavano a spingere per entrare, ma dalle scale interne la gente spingeva per uscire, guadagnai con la mia compagna e il nostro cane un angolo e li difesi, puntandomi con le braccia contro le pareti, dalla ressa per permettere loro di respirare, infine da una porta sbucò un uomo che subito usci da un'altra porta, dopo un attimo atre due persone uscirono dalla stessa porta guardandosi intorno come in un inseguimento, intanto il sentore di bruciato era stato aspirato e la gente si era calmata, la traversata proseguì senza intoppi, salvo che all'arrivo scoprii che la mia auto era su una nave diversa e io nella confusione dell'imbarco non me ne ero neppure accorto, forse semplicemente non era una possibilità contemplata dalla mia mente, in base alla mia esperienza, l'avrei dovuta quindi aspettare ancora un paio d'ore. Il giorno successivo all'arrivo scoprii, leggendo il giornale, che era stato catturato un piromane che aveva già varie volte tentato di dare fuoco alla nave.
La cosa più ridicola invece mi successe in Corsica, arrivato per tempo a Bastia per imbarcarli per Livorno, mi dissero che la nave era in ritardo e mi indicarono la banchina a cui sarebbe attraccata.
Con oltre due d'ore di ritardo, rispetto all'oraio di partenza, finalmente si vide una nave che entrava in porto, sbarcati tutti i passeggeri e i mezzi, finalmente diedero inizio all'imbarco con molta fretta, e, con solo tre ore di ritardo, finalmente partimmo, ci rimase oscuro il morivo del ritardo, il mare era calmo, le macchine sembravano andare con regolarità, ma il tempo di percorrenza previsto per il tragitto si allungava, tre ore oltre il previsto, così infine arrivammo verso le due di notte, anzichè alle 20.00, stravolti dalla giornata, compulsavamo nervosi l'orario ferroviario per cercare il modo di arrivare a Trieste il più in fretta possibile e non facemmo caso alle luci della costa.
La Stazione Marittima ci sorprese per le sue dimensioni, mentre sbarcavamo percorrendo le pensiline, ma fu solo quando, cercando la stazione ferroviaria, vedemmo le indicazioni Brignole e Porta Principe che capimmo di essere sbarcati a Genova.
In un'altra occasione qualche nota sulle tratte Trieste - Igoumenitsa, Genova - Barcellona, Mersin - Famagosta e Algesiras - Tangeri.

mercoledì, luglio 18, 2012

Claudio Agostoni e il semaforo blu:" lui si tu no"

Sulle frequenze di Radio Popolare Milano spesso si sente Claudio Agostoni parlare un po' di tutto, ma in particolare di musica e di viaggi.
Quest'oggi il buon Claudio, dopo un interessante servizio sui Centri di Identificazione ed Espulsione, specificamente su quello di Milano, a proposito del quale si attende per oggi la sentenza a carico di alcuni tunisini "ospiti" del centro, in merito all'accusa di devastazione e saccheggio, ricordiamo che la situazione degli immigrati clandestini in Italia, anche di quelli richiedenti asilo, è talmente abbrutente e inumana che, in alcuni paesi europei, i giudici hanno negato l'espulsione in Italia di alcuni clandestini proprio per le condizioni di detenzione ingiustificata e di mancanza del rispetto dei diritti umani a cui essi sono soggetti nel nostro paese, dicevo: dopo questo interessante servizio, il conduttore del "Semaforo blu" ha cominciato a chiedere agli ascoltatori cosa pensassero dell'interruzione dell'"irripetibile" concerto di Bruce Springsteen nel momento in cui duettava con Paul McCartney.
Era evidente dal modo di porre la domanda e da quell'"irripetibile", continuamente reiterato, che il conduttore voleva avere solo conferme di quel che pensava, a coloro che obiettavano qualcosa citava la "chiusura" di un oratorio sancita dai giudici di Milano a causa del rumore che producevano i ragazzi giocando.
Ora io non sono stato testimone diretto del concerto, né del rumore dell'oratorio, ma ho smesso di andare ai concerti proprio per l'eccessivo volume sonoro che viene scaricato sugli spettatori, ne uscivo frastornato e con una sensazione quasi di irrealtà all'uscita, ho però un oratorio a poco più di cento metri da casa e, quando è in funzione l'oratorio estivo, sento bene il volume con cui i loro altoparlanti sparano musica e parole, talmente forte da rendere impossibile tenere le finestre aperte, se si vuole telefonare o sentire la radio, l'unica giustificazione che mi sono dato è che un volume così alto obnubili alquanto la volonta dei ragazzi e quindi anche la possibilità che facciano danni o che si organizzino per farli.
Purtroppo viviamo in un paese che definire "caciarone" è poco, andare al ristorante, specie se ci sono famiglie con bambini  e se non si conosce la LIS (Lingua Italiana dei segni) non è più una esperienza socializzante, al massimo si scambia qualche parola con chi ci sta accanto e si finisce la cena con dei dubbi su quanto ci si sia detti.
Ma quel che mi ha colpito di più è stata la insistenza con cui Claudio Agostoni ha continuato a insistere sul fatto che il duetto tra i due cantanti fosse qualcosa di "irripetibile", ora io non so se lui abbia informazioni che io non ho su qualche malattia, o altro, che possa togliere di mezzo, o almeno rendere afono uno dei due o addirittura entrambi, ma francamente non credo che qualcuno possa essere "più uguale degli altri", come ha suggerito un ascoltatore citando "La fattoria degli animali" di G. Orwell.
Purtroppo, da tutta la parte del "Semaforo blu" in cui si è trattato dell'argomento, la sensazione che si ricavava era proprio questa, ancora il "superuomo" che tutto può, ancora la distinzione tra artisti che, maledetti o meno, possono fare ciò che al comune mortale è negato, e questa volta non per editto del potere, no, proprio per acclamazione del cittadino comune e di chi si fregia di difendere proprio la democrazia e i diritti del cittadino.
Non capire che dare a qualcuno più diritti che a qualcun altro, sia pure per qualche forma di genialità, non è altro che la premessa per distinguere la popolazione in chi può e chi no, il metro su cui misurare chi possa, o meno, avere questi diritti diventa poi secondario, in fin dei conti tanto il fascismo quanto il nazismo sono andati al potere con il favore delle folle, purtroppo Claudio Agostoni, quando si parla di musica, mette da parte, evidentemente, le sue capacità critiche e monta in sella al popolo dei fans, scagliandosi, demagogicamente, contro la burocrazia ottusa.
Intendiamoci bene: posizioni di questo tipo sono state espresse da buona parte dei quotidiani e delle televisioni, Claudio Agostoni quindi non è solo in questa crociata per elevare alcuni artisti al di sopra dei comuni cittadini, da Radio Popolare però mi sarei aspettato un atteggiamento più ponderato.

lunedì, luglio 16, 2012

Copiare può essere sintomo di non completa stupidità.

Qui Leonardo Coen, in un post tutto da leggere (giusto per farsi il sangue amaro a paragone di quanto hanno fatto i "tecnici" al governo in Italia e a quanto hanno avuto il "coraggio" di fare le "sinistre" quando sono andate al governo, della destra meglio non parlare ha fatto tutto il necessario per spingerci nel baratro, salvando il suo) tra l'altro scrive: "Hollande ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione. Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali."
Ma le informazioni interessanti non finiscono qui, ci sarebbe da ricavarne un bigino per il governo Monti, se i suoi componenti avessero la modestia necessaria per copiare, sì perché è necessario spezzare una lancia, a questo punto, anche a favore di chi copia, ha per lo meno coscienza dei suoi limiti e riconosce chi sa fare meglio e senza infingimenti copia.

venerdì, luglio 13, 2012

La Cassazione conferma l'opinione che di essa hanno gli italiani

Le due recenti sentenze della Corte di Cassazione confermano le peggiori opinioni che da molti decenni gli italiani hanno del massimo organo della magistratura italiana,
Possiamo trarre delle conclusioni da queste sentenze? Sì.
1) Se si è dei sadici, e non si vuole pagare per dare sfogo ai propri istinti, la scelta lavorativa migliore è entrare in una delle numerose forze di polizia alle quali, in teoria, è affidato il controllo dell'ordine pubblico e la tutela della vita dei cittadini, attenzione non dico che le forze di polizia siano costituite solo da sadici assassini, ma se si hanno tendenze di questo tipo si può dare libero sfogo a tali pulsioni e al massimo si rischia di rimanere senza stipendio per qualche anno, nelle more del giudizio si prosegue comunque a fare carriera, anzi, a quanto è stato dato di capire dalla vicenda, la carriera procede più velocemente.
2) Se si ha a che fare con forze dell'ordine in Italia o camorristi nel salernitano o narcos in Messico conviene comportarsi allo stesso modo: tenere gli occhi bassi, dire di sì, allontanarsi quanto prima possibile.
Spiace davvero di dover fare considerazioni di questo tipo, visto che ho avuto modo di constatare anche personalmente che nelle forze dell'ordine esistono lodevoli eccezioni, persone che cercano di agire secondo coscienza, anche costoro si sentiranno umiliati da queste sentenze, come succede a tanti che appartengono a categorie di cui sono noti vizi e difetti, e pure essi sono eccezioni, ciononostante il disprezzo sociale brucia loro addosso.
3) La tutela dei beni, privati e pubblici risulta, per la Suprema Corte, evidentemente meritevole di maggiore attenzione della tutela della persona, visto che ferite e invalidità permanenti, causate dalle forze dell'ordine ai cittadini presenti nella ex-caserma di Bolzaneto, hanno meritato ai responsabili condanne più lievi rispetto a quelle comminate ai responsabili della distruzione di vetrine ecc.

venerdì, giugno 22, 2012

La Pensione sociale non fa reddito!

Dopo tante risposte contrastanti ho finalmente avuto il verdetto da parte Direzione provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Milano, spero di potermi fidare. Eccola:
Ve la mostro perché mi è costata molti sbattimenti e ne sono orgoglioso.

Quel che segue non è importante per il problema in questione, si tratta solo di uno sfogo personale sulla difficoltà di avere informazioni precise in merito.

Dovete sapere che nella mia attività di volontariato non riconosciuta, autonoma e senza "rimborsi spesa" ho cercato di aiutare una coppia di anziani alle prese con i misteriosi messaggi intimidatori dell'INPS.
Alcuni anni addietro il pover'uomo mi chiese cosa voleva dire una lettera dell'INPS, presso cui era pensionato, che gli chiedeva di certificare che la moglie fosse a suo carico, cioé non percepisse un reddito superiore a 2800€ (circa, ora, allora non ricordo), dato che la moglie era pensionata sociale dell'INPS e non aveva né altri redditi, né proprietà la cosa sembrava semplice, bisognava recarsi presso un CAF con la lettera, che conteneva misteriosi codici a barre (indispensabili!) e fare una dichiarazione. Visto l'imbarazzo dell'uomo di fronte alla burocrazia, firma con difficoltà, e i suoi impegni nell'assistere la moglie invalida mi sono offerto di consegnare io le carte con una delega da parte sua e mi sono recato a un CAF Acli nel centro di Milano.
Così ho fatto il danno del pover'uomo! Infatti l'impiegato del CAF ha moltiplicato la pensione della donna, certificata da un modulo e non dal CUD (non glielo hanno mai dato) per 13 e superando il tetto mi ha dato da firmare, in nome e per conto del malcapitato una dichiarazione in cui non risultava a carico.
In poco tempo al poveretto hanno detratto gli assegni familiari con anche gli arretrati dell'anno e non avendo la moglie a carico non ha potuto neppure detrarre dal 730 i ticket e gli scontrini per visite e medicine da allora a quest'anno, quando avendo dovuto recarmi per un'altro anziano a fare la medesima dichiarazione, mi sono sentito rispondere senza dubbi o tentennamenti Dal CAF della CGIL di Cologno Monzese che la pensione sociale non dando diritto al CUD non rientrava tra i rediti da dichiarare era del tuto esente!
A questo punto visto che comunque anche il CAF della CGIL mi faceva firmare, in nome e per conto del tizio, una dichiarazione in cui io mi assumevo la responsabilità di dichiarare che la moglie era a carico, mi sono recato all'Agenzia delle Entrate di Via Abetone a Milano (previo appuntamento, ovviamente).
All'Agenzia delle Entrate ho avuto, una volta di più, la prova che siamo nello stato dell'indeterminazione e dell'incertezza, altro che Heisemberg!
La gentilissima impiegata, dopo una prima risposta in cui affermava secondo lei essere da considerare la famigerata pensione sociale in questione (quella elargita agli invalidi ultrasessantacinquenni) e quindi la persona da non considerare a carico mi chiese di aspettare che sarebbe andata a consultare i "sacri testi" (virgolette sue), dopo ventidue minuti scese dicendo che secondo lei i testi le davano ragione.
A questo punto grazie a un colpo di genio: chiedo una risposta scritta!
Così, protocollata la mia richiesta, me ne sono andato con la risposta interlocutoria che non sembrava dare molte speranze.
Ma improvvisamente mi è arrivata la comunicazione che avete letto sopra! A questo punto temo che avrò da penare a cercare di fare ottenere di nuovo gli assegni familiari al pover'uomo e magari anche modificare il 730 di quest'anno, avendo la moglie a carico avrebbe diritto a una detrazione di 690€, se non vado errando, oramai i numeri mi si confondono.
Tra l'altro prima dell'Agenzia delle Entrate avevo anche chiesto informazioni via mail all'INPS, che però mi rispose che il servizio e-mail non era abilitato a dare informazioni fiscali, avrei dovuto rivolgermi agli uffici, così presi appuntamento all'ufficio INPS di competenza sul loro sito: Milano M. Gioia, ma dopo qualche giorno un sms mi diceva che l'appuntamento era disdetto su richiesta dell'ufficio, alle mie rimostranze telefoniche scoprivo che il sito sbagliava, l'ufficio di competenza non era Milano M. Gioia, ma Cologno Monzese, che comunque dopo avermi ricevuto su appuntamento mi ha risposto che loro non davano informazioni di tipo fiscale.
Ora ho qualche domanda per i ministri competenti:
1° perché gli uffici pubblici si peritano tanto di chiedere il numero di cellulare dell'utente, che se uno non lo vuole dare sembra gli voglia fare uno sgarbo, (non pensano che magari avere informazioni importanti quando uno è in metropolitana o sta guidando non è proprio il massimo) e invece non chiedono mai la mail di posta certificata, che dovrebbe costituire il canale privilegiato per le comunicazioni con il cittadino da parte della pubblica amministrazione?
2° perché i vari comparti della pubblica amministrazione sono così separati che se un ente rilascia un certificato di pensione con gli ammontari mensili, e non il CUD, non sa che c'è una ragione fiscale?
3° perché si continua a dare in appalto la gestione dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini ai CAF, che hanno, spesso personale precario, il più delle volte, con formazione frettolosa, a occuparsi di 730 e scadenze consimili  e in più di una occasione ho dovuto riscontrare fanno errori anche gravi?
4° e forse qui sta la noce del problema, perchè la legislazione fiscale italiana è così complessa, farraginosa, piena di eccezioni? Solo perché tanto spesso abbiamo avuto ministri dei commercialisti, che sanno che nella complessità della legge è più facile trovare gli escamotage per permettere ai loro più facoltosi clienti di evadere le tasse e al contempo la stessa complessità rende impossibile ai meno facoltosi pagare le tasse senza doversi rivolgere appunto a loro?
5° se quando avevo 13 anni (tredici, non trentuno) aiutavo mio padre a compilare il modulo Vanoni e dai 15 anni (quindici, non cinquantuno) in poi lo preparavo io per lui, che poi controllava e non ho mai sbagliato, fino a che vissi con i miei. Perché, al giorno d'oggi, scoprire, come mi è successo una decina di anni fa, che il CAF aveva sbagliato per 4 anni consecutivi a fare il 730 a mio padre, facendogli pagare 12 milioni di troppo, è praticamente impossibile? Perché le norme diventano di anno in anno più complesse e l'evasione aumenta? Non c'è una correlazione?
6° un cittadino, con uno stipendio e una casa, non dovrebbe essere posto in grado di pagare le tasse, e calcolarsele, con la formazione culturale fornita dalla scuola dell'obbligo?
















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venerdì, maggio 25, 2012

Uccidere il re salva tutti

Il tempo di uccidere il re è giunto anche per il Movimento 5 stelle, la figura di Grillo è servita, per avere spazio sui media, per attirare la gente con la facile ironia sui politici della prima e della seconda repubblica, ma ora che il movimento ha cominciato a strutturarsi tra i giovani, compiendo il miracolo di farli impegnare in prima persona nell'elaborazione di un progetto e di una, sia pure embrionale, organizzazione è tempo di disafrsi della sua ingombrante presenza.
Grillo ha due possibilità: ritirarsi a vita privata da solo o demolire il movimento che si sta organizzando con tanta fatica con il contributo di tanti giovani.
Non ci sono alternative, i giovani che hanno partecipato alla crescita del movimento, hanno fatto esperienza politica, nelle assemblee in cui il movimento si è organizzato e strutturato, non sono i giovani creduloni che magari hanno votato Berlusconi anni fa sperando fosse un Mida disposto a fare arricchire chi gli stesse accanto, quelli che erano troppo giovani per votare si sono un poco vaccinati, vedendo l'esperienza dei loro genitori, tanto nei confronti del Pdl che del PD o dell'UDC o addirittura dell'Idv, quindi Grillo non ha nessuna possibilità di far fare al movimento e ai suoi esponenti eletti ciò che vuole, potrebbe al più contribuire a distruggere il movimento fomentando divisioni e gelosie per prossimità al suo fondatore, l'esperienza della Lega Nord e del Pdl dovrebbe insegnare qualcosa anche a lui.
Grillo, faccia il grande e si ritiri di sua iniziativa, potrebbe rimanere di lei un buon ricordo, come forse sarebbe stato di Bossi tra i leghisti, se Bossi non avesse cercato di mantenere il controllo assoluto di un movimento che aveva gambe per marciare da solo.

lunedì, maggio 21, 2012

Crollano le azioni di FB, risale la stima dell'umanità

Qui su "Corriere.it" si dà conto del crollo del 12% del titolo di FB sul Nasdaq e dei problemi causati dal grande numero di ordini, tale da rallentare la piattaforma di scambio e da costringere a cercare di riordinare la sequenza degli scambi per capire se qualcuno debba essere risarcito.
Anche Linkedin e Renren perdono, il 3% la prima e il 7% la seconda.
Come dice qualcuno: se non so più niente dei compagni di classe qualche motivo ci sarà?
O come dice qualcun altro: se vuoi dirmi qualcosa di te scrivimi, telefonami o vediamoci in piazzetta.
Se vuoi un pubblico: spogliati sul balcone.
Chi avrà comprato le azioni di FB?
Spero proprio siano stati fondi speculativi e non fondi pensione.
Spero che siano finiti nelle casseforti di dirigenti di banca che ci abbiano investito i loro premi.
Spero li abbiano acquistati organizzazioni criminali.
Spero li abbiano comprati i militari al potere in Mianmar e in tanti altri luoghi simili.
Spero che tanti politici corrotti abbiano investito così i proventi del loro operato e come gli altri di questo elenco perdano tutto.
Peccato che tutti i sopra elencati si metteranno subito a cercare il modo di scaricare le perdite sulle organizzazioni che amministrano e troveranno il modo di farlo.
Ma proseguendo su questa strada riusciremo, prima o poi, a fare tornare il danaro al suo ruolo di rappresentante di beni reali, utile a non doversi portare appresso un gregge per fare un baratto ogni volta che si va a fare la spesa?

venerdì, maggio 18, 2012

Federico Rampini celebra FB

Qui Federico Rampini celebra Facebook come esempio "di un “capitalismo giovanile” che genera crescita e occupazione." evidentemente Rampini, con cui altre volte mi sono trovato d'accordo, non frequenta aziende impiegatizie, in esse l'uso di FB, sommandosi alla sempre maggiore impreparazione dei dirigenti a pensare all'organizzazione aziendale in termini più lunghi della dozzina di mesi in cui rimangono nell'azienda e al grande turn over dei dipendenti, quasi sempre precari, quando non stagisti, ha diminuito drasticamente la produttività e l'efficenza delle aziende, portandola a livelli paragonabili a quella delle pubbliche amministrazioni italiane o greche.
Se FB sia gestita con criteri di efficenza ammirevoli non lo so, ma le conseguenze del suo affermarsi nelle abitudini di una gran parte del personale impiegatizio e dei quadri delle aziende causa danni incalcolabili.
Quanto alla convenienza e alla stabilità di un investimento in azioni FB basterebbe esaminare i rischi che il suo avvenire corre essendo, con ogni probabilità, il suo comportamento, nei riguardi della tutela della "privacy" di utenti e non, sanzionabile da parte delle varie autorità, nazionali e sovranazionali, che se ne occupano.
Quanto dovremo aspettare per sentire parlare della bolla dei social network?

Quotato Facebook, è il momento di lasciarlo?


Un piccolo potere potrebbe rivelarsi nelle mani dei piccoli cittadini comuni stritolati nella crisi provocata dai poteri delle banche, delle multinazionali ecc.
Accedere tutti in massa di volta in volta a nuove piattaforme o social network che debbano, prima o poi, quotarsi in borsa, poi uscirne tutti, questa potrebbe essere la mossa vincente che i comuni cittadini, Robin Hood in 16°, potrebbero fare per cominciare a colpire i capitali speculativi che agiscono nei mercati borsistici.
Il momento dell'uscita  da FB è arrivato, è vero alcuni si sono arricchiti a dismisura, ma colpendo i compratori si comincia a dare un colpo di avvertimento al capitale "avventuroso" che impazza sui mercati.
Sì il momento è giunto! Che fondi e investitori paghino almeno una parte di quanto FB ha causato di perdita di tempo e di rapporti interpersonali reali ai suoi utenti."


martedì, maggio 08, 2012

I dirigenti suicidano il partito Democratico, la lobby di giudici e avvocati non demorde.

Su Repubblica.it qui si dà conto di un episodio che mostra quanto la dirigenza del PD sia lontana dal comune buon senso, dal sentire diffuso di una popolazione sottoposta a una cura da cavallo di tasse e diminuzione di servizi e non, piuttosto, vicina agli interessi di burocrati dei vari apparati dello stato.
Nell'articolo si cita l'episodio di un emendamento, presentato nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia da Roberto Giachetti (del PD), che limita temporalmente il periodo di possibile distacco di giudici e avvocati dello stato in altre amministrazioni, e inoltre non consente il cumulo di due stipendi, il soggetto distaccato continuacioé a percepire lo stipendio del proprio ruolo e basta.
Nelle votazioni sull'emendamento in questione tutti i gruppi hanno votato a favore, solo il PD si è astenuto con l'eccezione di Rita Bernardini e Paola Concia.
Non basta avere avuto governi (di destra e di sinistra) pieni di commercialisti, capaci di complicare al massimo la vita dei contribuenti gravandola, oltre alle tasse statali, di una tassa impropria (l'obbligo implicito di avere un commercialista per adempiere ai propri obblighi fiscali, causa la complicazione sempre maggiore della normativa) ora anche la lobby trasversale di giudici e avvocati tenta di mantenere e allargare le proprie prerogative anche nel governo "tecnico" il parere contrario del governo all'emendamento era stato espresso prima da Nitto Palma (non era anche nel governo precedente?) e poi dalla guardasigilli Paola Severino.
A noi che fare? Proporre come aggravante, per qualsiasi reato, l'essere laureati in legge, in modo da annullare per costoro la concessione di qualunque attenuante, che inevitabilmente si concederebbero reciprocamente, come hanno fatto sempre fin'ora.

martedì, aprile 24, 2012

Olimpiadi? No, grazie, non me le bevo. Le paralimpiadi neppure.

L"oca sapiens" qui riporta qualche dato sull'incidenza delle polveri 2,5 PM (polveri sotilissime + o -) sulla mortalità. Un altro buon motivo per non andare a vedere le Olimpiadi di Londra.
Intanto, sullo spirito sportivo che secondo alcuni alberga nelle Paralimpiadi:
- qui sul Corriere.it un caso di nuotatrice cieca (Yvonne Hopf, tedesca) che poi prende la patente e
- qui su Panorama.it la prima versione straordinaria della guarigione di Monique van der Vorst, ciclista, olandese, che ora qui sulla Gazzetta.it ha un contratto con la Rabobank, squadra di ciclismo professionistico.
Riguardo ai premi che il Coni assegna ai vincitori di medaglie olimpiche e alle spese per le trasferte degli atleti, dei dirigenti, dei funzionari, degli allenatori, dei preparatori atletici, dei medici, dei massaggiatori,de i cuochi e del resto del personale che accompagna le squadre nelle trasferte e alle spese per mantenere gli impianti e per la preparazione di questi pochi atleti di punta mi piacerebbe poterne conoscere l'ammontare totale. Chissà se ci renderemmo finalmente conto che stiamo mantenendo una massa di persone disutili, non molto dissimile dalla maggior parte dei nostri politici e amministratori?
 Chissà che rapporto quantitativo c'è tra quanto si spende per l'organizzazione di questi grandi eventi (Olimpiadi e campionati vari: mondiali, europei, italiani, mediterranei, universitari, militari, indoor e outdoor, pasqua dell'atletica ecc) e quanto viene data alle scuole per diffondere tra e far praticare sport ai giovani e ai giovanissimi?
Intanto lo sport, non solo professionistico, ma anche quello amatoriale (competitivo) divengono sempre più luogo di diffusione di doping e di pratiche mediche pericolose, il ciclismo prima di tutto e gli sport di squadra, in primo luogo il calcio, si manifestano come luogo d'incontro tra organizzazioni malavitose e combriccole dedite alla compravendita dei risultati.

mercoledì, aprile 18, 2012

Enpam nella bufera? Ma sempre sulla breccia.

Qui, su Repubblica, un servizio sull'Enpam, riguarda l'acquisto di titoli "tossici" da parte dell'ente, ma io vorrei solo rendere nota una cosa che mi ha stupito: fino ad alcuni anni fa l'amministrazione degli stabili dell'ente nel milanese erano in carico ad un amministratore, o società che fosse, che aveva un ufficio nella periferia sud-est della città, ora l'ente ha creato ENPAM REAL ESTATE, una società ad hoc per gestire i suoi immobili, i suoi uffici sono in Corso Como a Milano sopra un noto locale notturno, chissà se i costi per l'ente sono diminuiti? A giudicare dalla localizzazione dei nuovi uffici sembra improbabile.

Un bel 60% in più, ecco quanto ci costa l'IMU.

Qui Repubblica ha un calcolatore per sapere l'ammontare dell'IMU. inserendo un valore catastale da 1000€ e nessun figlio si ottiene:
un totale di 472 - tre rate da 157 euro oppure due rate da 236 euro e eventuale integrazione finale
Qui il Corriere ha un calcolatore analogo, inserendo un valore catastale da 1000€ e nessun figlio si ottiene:
un totale di 472 - tre rate da 157,33 euro oppure due rate da 236 euro e eventuale integrazione finale
entrambi i quotidiani quindi ritengono che la rendita catastale da moltiplicare per 160 sia quella rivalutata del 5%.
Quanto ci sta costando la demagogia di Berlusconi e dei suoi tirapiedi?
Per quanto anni non l'abbiamo pagata, credendo alle parole di Tremonti e dei suoi sodali?
Per quanto pagheremo una tassa superiore del 60% a quella precedente?
Quanti hanno creduto alla pubblicità del governo che dandoci alle spese avremmo risolto i problemi e ci saremmo lasciati la crisi alle spalle?
Ma dove sono adesso tutti coloro che hanno votato quei governi?
Spariti! Come neve d'aprile.

venerdì, aprile 13, 2012

Occhio ai proiettili! A Barcellona con occhiali antiproiettile!

Qui su Repubblica si dà conto dell'esperienza drammatica di un giovane colpito da un proiettile di gomma o plastica che sia che gli ha fatto perdere un occhio, la stessa cosa pare sia successa a ben 25 persone in 12 anni, l'articolo è generalmente condivisibile in particolare nel suo mettere, sia brevemente l'accento sul fatto che nessuno pare sia stato risarcito, inoltre cita Nicola Tanno il protagonista involontario di questa vicenda: "In Spagna è in corso una svolta autoritaria che l'Europa sta facendo finta di non vedere. L'Italia si sta adoperando tanto per salvare due marò che hanno sparato e ucciso a due pescatori, mentre nel mio caso e in quello di altri due connazionali cos'hanno fatto i diplomatici?", della prima parte di questa dichiarazione Repubblica fa addirittura un meritorio titolo, ma, qui veniamo al punto che mi resta oscuro, cosa significa: "Adesso il suo apparato visivo, dopo diverse e delicate operazioni, è stato ricostruito. Non ha più un occhio vero."?
Mi sembra che un apparato dovrebbe essere un qualcosa che svolge una funzione, secondo il Dizionario della Salute del Corriere è :"Raggruppamento di organi diversi per struttura, funzione e origine, ma che nell’insieme concorrono allo svolgimento di una delle funzioni generali dell’organismo.", ma se un apparato non funziona la sua ricostruzione è solo estetica o sbaglio?
Chissà se il giornalista si contenterebbe di avere un'auto esteticamente nuova, ma non funzionante?
Forse il giornalista intende che lo sfortunato Nicola Tanno ha una telecamera nell'orbita, scrivendo che l'apparato visivo è ricostruito ma non ha più un occhio vero?
In ogni caso in Spagna conviene andare con occhiali antiproiettile a quanto pare, visto che la cosa è già successa a ben 3 italiani il che, su 12 "incidenti" del genere, sembra indicare una eccessiva curiosità a guardare nei fucili della polizia da parte dei nostri connazionali.

mercoledì, aprile 11, 2012

Sul vincolo al pareggio di bilancio tutti hanno ragione?

Autorevoli economisti, tra essi anche alcuni insigniti di premi Nobel, hanno diffuso, qualche tempo fa un documento in cui invitavano il presidente degli USA, Obama, ad opporsi alla proposta di porre nella Costituzione un vincolo di pareggio nel bilancio dello stato.
Altri economisti, e tra essi anche esponenti delle organizzazioni finanziarie e monetarie internazionali di primo piano, intervengono nel dibattito con posizioni, invece nettamente favorevoli, tanto da proporre di condizionare gli aiuti a paesi in difficoltà a questa riforma legislativa.
Giornalisti di diverso orientamento e opinionisti di spicco si sono esposti esponendo le opposte tesi e i lettori restavano spaesati in quanto gli uni e gli altri sembravano avere ragione man mano che si leggeva ciascun "pezzo", se la domanda è il pubblico è fatto di imbecilli? Ovviamente la risposta che ciascuno si dà tra sé è sì, almeno di media. Ma non è su questo argomento che dobbiamo basarci per giungere a questa conclusione, possiamo trovarne molti altri ben più dirimenti e decisivi.
Il problema del pareggio di bilancio potrebbe essere considerato implicito nella normativa vigente dato che nessuna legge può essere promulgata senza adeguata copertura finanziaria. Il Presidente della Repubblica ha, in alcune occasioni, rimandato alle camere leggi che non avevano tale requisito.
Il principio legale di buona amministrazione si basa sul concetto di " amministrare come farebbe un buon padre di famiglia" quindi secondo principi di prudenza e onestà, certo non si può far rientrare in questo concetto quello di fare debiti da lasciare ai figli, i pubblici amministratori dovrebbero amministrare la cosa pubblica come se fossero genitori in punto di morte con figli che stanno per nascere, perché la cosa pubblica che loro amministrano è proprietà dello stato che, essendo formato da tutti i cittadini, quotidianamente in parte muore e in parte nasce.
Quale genitore farebbe debiti prima di morire? Certo non il "buon padre di famiglia" ipotizzato dalla consuetudine legale.
Se oltretutto il discorso non è generale, ma è calato nella realtà italiana, infinite altre potrebbero essere le motivazioni a favore di un vincolo di pareggio, alla luce del comportamento dei molti governi che ho visto nei miei sessant'anni di vita non c'è stato partito al governo che, in vista delle elezioni, non si sia lasciato andare a leggi e leggine economicamente (e non solo) ingiustificate per "farsi bello" con i propri veri o presunti elettori, in molti casi anche partiti all'opposizione hanno approfittato di momenti particolari per appoggiare misure di questo tipo, cogliendo una divisione o una debolezza nella coalizione avversa. Qualcuno si azzardaaddirittura a sostenere che, con un vincolo di questo tipo, i partiti dovrebbero dichiarare, prima delle elezioni, le loro priorità in termini di spesa, quando non addirittura dei bilanci di massima, quindi gli elettori avrebbero un effettivo controllo sulla politica economica dei governi.
Ma la motivazione opposta e cioè che un vincolo di pareggio di bilancio sarebbe insostenibile in tempi di crisi, anzi sarebbe suicida, in quanto la aggraverebbe in una spirale economicamente e socialmente suicida, è così platealmente verosimile che, chiunque abbia un minimo di esperienza nella amministrazione di una qualunque, anche piccolissima impresa, non può che sottoscriverla, proprio nella possibilità di fare debiti, per sviluppare o ammodernare una azienda o per superare una contingenza negativa, sta la ragion d'essere di un imprenditore, e ciò che ne ha decretato il successo rispetto al funzionario dell'economia del socialismo di stato dovrebbe essere proprio questo. Quindi fare debiti nei momenti di crisi, in un contesto di buona amministrazione, dovrebbe permettere di distribuire nel tempo (quindi su più persone, tenendo conto del turn over umano) quei sacrifici che altrimenti sarebbero sopportati solo in un periodo ristretto e potrebbero portare a disastri economici e sociali quali l'umanità purtroppo ha già vissuto.
Che dire quindi della questione: vincolo di bilancio, sì o no? Porre un vincolo del genere nella Costituzione potrebbe essere un grave problema, specialmente in momenti come l'attuale, ma tante volte i governi hanno fatto, almeno temporaneamente carta straccia di alcune norme della costituzione che potrebbe essere inutile discuterne, se e quando un governo volesse troverebbe il modo di aggirare la norma per il tempo sufficiente.
Il momento di porre il problema insomma proprio non dovrebbe essere questo.
Dovrebbe essere nell'ordinaria amministrazione dei tempi di sviluppo economico, che tale norma dovrebbe essere rigidamente applicata, cercando addirittura di avere un disavanzo positivo nei bilanci, proprio per poterla disattendere in momenti come l'attuale, in cui bisognerebbe poter spendere quanto risparmiato precedentemente e ipotecare anche il futuro per dare fondi all'istruzione, alla ricerca, all'innovazione e dare sollievo fiscale a famiglie e imprese.

mercoledì, marzo 21, 2012

Le cooperative a chi servono?

Qui, sul Corriere, il Team Gabanelli mette in luce un problema che da tempo viene segnalato in rete, dal Corriere stesso a proposito delle condizioni di lavoro qui, inserito in un contesto più ampio di deregolamentazione e abuso nel mercato del lavoro qui oppure qui, ma sulle cooperative, più o meno fasulle, che vengono create ad hoc per dare in appalto lavori e mansioni, evitando assunzioni, approfittando delle agevolazioni fiscali e contributive, si è scritto molto e molto si sa, almeno al di fuori degli ambienti politici, visto che, tra centro destra e sinistra, sembrano una parodia delle tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.
Finirà che si butterà via anche il bambino con l'acqua sporca, per evitare di pestare i calli alle cooperative che servono a ciascun gruppo di potere politico ed economico, si eliminerà anche quel poco di buono che il movimento cooperativo ha saputo costruire nella sua lunga storia.

giovedì, febbraio 23, 2012

Responsabilità civile dei politici oltre che dei giudici

Che i giudici devano essere responsabili civilmente in caso di colpa grave o di dolo mi sembra che non ci piova, la legge mi pare lo preveda già, ma non riesco a trovare condanne di risarcimento e mi pare strano.
Nessuno deve essere al riparo dalla legge.
Purtroppo la questione è stata politicizzata dalla destra che vuole liberarsi o meglio liberare il suo capo, dai rischi di condanne.
Non pare che nessuno si ponga però il quesito sulla responsabilità civile dei politici, quando dei ministri prendono misure, come quella dei respingimenti attuati contro i rifugiati libici, che erano platealmente illegali e sono state giustamente sanzionate dalla Corte europea dei diritti umani, chi deve pagare?
Sarebbe logico che a pagare siano i politici che tali misure hanno preso e non i cittadini con le loro tasse.
Un altro esempio è quello dei contributi per il decoder digitale che il governo Belusconi varò, pro domo sua, e per il quale lo stato italiano dovrà pagare, non sarebbe anche in quel caso giusto che a pagare siano i ministri che di quel governo facevano parte?
Il caso delle quote latte è un altro caso "milionario" e noi? Abbozziamo.

domenica, febbraio 12, 2012

Anche in Belgio governi alieni

Qui la fotonotizia di scontri tra polizia e pompieri (lo so che loro preferiscono vigili del fuoco, ma intervengono così spesso per alluvioni e simili che pompieri mi sembra più adatto) in Belgio, pare che il governo vogliae posticipare l'età della pensione per loro da 59 a 67 anni, non so se gli ultimi 8 anni sia previsto che possano trascorrerli facendo lavori sedentari di prevenzione o di educazione a scuola ecc. in caso contrario credo di dover esprimere ai pompieri, o vigili del fuoco che siano, tutta la mia solidarietà di sessantenne. Tra l'altro, anche se fosse previsto per la tarda età un loro intevento di tipo educativo a scuola o simile, bisognerebbe vedere quanti di loro siano adatti a un ruolo del genere, non è detto che la comunicativa faccia parte del bagaglio normale di un operatore di quel settore, in cui è più che altro necessario agire con prontezza e competenza pratica.

venerdì, febbraio 03, 2012

L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e il professor Monti.


 Quanti commenti inutili o a tesi si sono letti o visti o sentiti in questi giorni, l'articolo 18 non vieta assolutamente di licenziare in caso di diminuzione delle necessità di personale in azienda, vieta solo le discriminazioni politiche sociali, razziali o sindacali, cioè il licenziamento senza giusta causa di un lavoratore.
 La Fiat, che ha voluto fare da apripista in questa conterapposizione tra lavoratori e aziende, ha una lunga tradizione di comportamenti antisindacali, di discriminazioni politiche e sindacali tra i lavoratori, che sono state  attuate con la complicità dell'apparato politico, poliziesco e giudiziario nel secolo scorso, questa è solo una seconda puntata o, meglio, un remake del terzo millennio.
 In Italia, con la complicità delle "anime belle" del riformismo "progressista", si è avviata, con la scusa della elasticità produttiva, che avrebbe dovuto rispondere alla dinamica economica che conseguiva alla globalizzazione, l'era dei contratti atipici, ma senza quei "paracadute" sociali e quelle garanzie retributive che avrebbero potuto giustificare una simile scelta, il risultato è sotto gli occhi di tutti: aziende in perenne affanno, clienti insoddisfatti, le società in mano a manager che pensano solo alla capitalizzazione di borsa nel breve periodo e alle loro stock option.
 Chi era il mito dei giornali una decina di anni fa? Soggetti come franco Tatò, il tagliatore, e tanti altri lo hanno seguito sulla strada delle esternalizzazioni e delle assunzioni brevi o brevissime con contratti di apprendistato che non venivano mai “consolidati” e ora addirittura con i continui ricambi di stagisti, ma possono reggersi le aziende in queste condizioni?
 I lettori che lavorano con cognizione del loro ruolo nell’azienda, non hanno bisogno della mia risposta, la conoscono e combattono da tempo con la continua formazione di nuovo personale, che non si riesce mai a completare.
 Solo coloro che dal transuranio cadono a Palazzo Chigi e nelle sedi dei vari Ministeri, possono esprimersi con la leggerezza che abbiamo sentito ultimamente da parte di numerosi esponenti di codesto Governo.
 Qui si può leggere un piccolo esempio di quella che è la realtà, diffusa, delle aziende, che appaltano il lavoro interno a cooperative non di rado costituite ad hoc, abbiamo bisogno di più tutele, non di meno, basta funerali per morti “bianche” o processi dopo decenni per lavoratori uccisi da malattie professionali su cui gli enti preposti hanno chiuso entrambi gli occhi.
 Ultima nota: che esperienza di precariato ha il professor Monti per esprimersi su tale argomento con questa leggerezza?