martedì, aprile 24, 2012

Olimpiadi? No, grazie, non me le bevo. Le paralimpiadi neppure.

L"oca sapiens" qui riporta qualche dato sull'incidenza delle polveri 2,5 PM (polveri sotilissime + o -) sulla mortalità. Un altro buon motivo per non andare a vedere le Olimpiadi di Londra.
Intanto, sullo spirito sportivo che secondo alcuni alberga nelle Paralimpiadi:
- qui sul Corriere.it un caso di nuotatrice cieca (Yvonne Hopf, tedesca) che poi prende la patente e
- qui su Panorama.it la prima versione straordinaria della guarigione di Monique van der Vorst, ciclista, olandese, che ora qui sulla Gazzetta.it ha un contratto con la Rabobank, squadra di ciclismo professionistico.
Riguardo ai premi che il Coni assegna ai vincitori di medaglie olimpiche e alle spese per le trasferte degli atleti, dei dirigenti, dei funzionari, degli allenatori, dei preparatori atletici, dei medici, dei massaggiatori,de i cuochi e del resto del personale che accompagna le squadre nelle trasferte e alle spese per mantenere gli impianti e per la preparazione di questi pochi atleti di punta mi piacerebbe poterne conoscere l'ammontare totale. Chissà se ci renderemmo finalmente conto che stiamo mantenendo una massa di persone disutili, non molto dissimile dalla maggior parte dei nostri politici e amministratori?
 Chissà che rapporto quantitativo c'è tra quanto si spende per l'organizzazione di questi grandi eventi (Olimpiadi e campionati vari: mondiali, europei, italiani, mediterranei, universitari, militari, indoor e outdoor, pasqua dell'atletica ecc) e quanto viene data alle scuole per diffondere tra e far praticare sport ai giovani e ai giovanissimi?
Intanto lo sport, non solo professionistico, ma anche quello amatoriale (competitivo) divengono sempre più luogo di diffusione di doping e di pratiche mediche pericolose, il ciclismo prima di tutto e gli sport di squadra, in primo luogo il calcio, si manifestano come luogo d'incontro tra organizzazioni malavitose e combriccole dedite alla compravendita dei risultati.

mercoledì, aprile 18, 2012

Enpam nella bufera? Ma sempre sulla breccia.

Qui, su Repubblica, un servizio sull'Enpam, riguarda l'acquisto di titoli "tossici" da parte dell'ente, ma io vorrei solo rendere nota una cosa che mi ha stupito: fino ad alcuni anni fa l'amministrazione degli stabili dell'ente nel milanese erano in carico ad un amministratore, o società che fosse, che aveva un ufficio nella periferia sud-est della città, ora l'ente ha creato ENPAM REAL ESTATE, una società ad hoc per gestire i suoi immobili, i suoi uffici sono in Corso Como a Milano sopra un noto locale notturno, chissà se i costi per l'ente sono diminuiti? A giudicare dalla localizzazione dei nuovi uffici sembra improbabile.

Un bel 60% in più, ecco quanto ci costa l'IMU.

Qui Repubblica ha un calcolatore per sapere l'ammontare dell'IMU. inserendo un valore catastale da 1000€ e nessun figlio si ottiene:
un totale di 472 - tre rate da 157 euro oppure due rate da 236 euro e eventuale integrazione finale
Qui il Corriere ha un calcolatore analogo, inserendo un valore catastale da 1000€ e nessun figlio si ottiene:
un totale di 472 - tre rate da 157,33 euro oppure due rate da 236 euro e eventuale integrazione finale
entrambi i quotidiani quindi ritengono che la rendita catastale da moltiplicare per 160 sia quella rivalutata del 5%.
Quanto ci sta costando la demagogia di Berlusconi e dei suoi tirapiedi?
Per quanto anni non l'abbiamo pagata, credendo alle parole di Tremonti e dei suoi sodali?
Per quanto pagheremo una tassa superiore del 60% a quella precedente?
Quanti hanno creduto alla pubblicità del governo che dandoci alle spese avremmo risolto i problemi e ci saremmo lasciati la crisi alle spalle?
Ma dove sono adesso tutti coloro che hanno votato quei governi?
Spariti! Come neve d'aprile.

venerdì, aprile 13, 2012

Occhio ai proiettili! A Barcellona con occhiali antiproiettile!

Qui su Repubblica si dà conto dell'esperienza drammatica di un giovane colpito da un proiettile di gomma o plastica che sia che gli ha fatto perdere un occhio, la stessa cosa pare sia successa a ben 25 persone in 12 anni, l'articolo è generalmente condivisibile in particolare nel suo mettere, sia brevemente l'accento sul fatto che nessuno pare sia stato risarcito, inoltre cita Nicola Tanno il protagonista involontario di questa vicenda: "In Spagna è in corso una svolta autoritaria che l'Europa sta facendo finta di non vedere. L'Italia si sta adoperando tanto per salvare due marò che hanno sparato e ucciso a due pescatori, mentre nel mio caso e in quello di altri due connazionali cos'hanno fatto i diplomatici?", della prima parte di questa dichiarazione Repubblica fa addirittura un meritorio titolo, ma, qui veniamo al punto che mi resta oscuro, cosa significa: "Adesso il suo apparato visivo, dopo diverse e delicate operazioni, è stato ricostruito. Non ha più un occhio vero."?
Mi sembra che un apparato dovrebbe essere un qualcosa che svolge una funzione, secondo il Dizionario della Salute del Corriere è :"Raggruppamento di organi diversi per struttura, funzione e origine, ma che nell’insieme concorrono allo svolgimento di una delle funzioni generali dell’organismo.", ma se un apparato non funziona la sua ricostruzione è solo estetica o sbaglio?
Chissà se il giornalista si contenterebbe di avere un'auto esteticamente nuova, ma non funzionante?
Forse il giornalista intende che lo sfortunato Nicola Tanno ha una telecamera nell'orbita, scrivendo che l'apparato visivo è ricostruito ma non ha più un occhio vero?
In ogni caso in Spagna conviene andare con occhiali antiproiettile a quanto pare, visto che la cosa è già successa a ben 3 italiani il che, su 12 "incidenti" del genere, sembra indicare una eccessiva curiosità a guardare nei fucili della polizia da parte dei nostri connazionali.

mercoledì, aprile 11, 2012

Sul vincolo al pareggio di bilancio tutti hanno ragione?

Autorevoli economisti, tra essi anche alcuni insigniti di premi Nobel, hanno diffuso, qualche tempo fa un documento in cui invitavano il presidente degli USA, Obama, ad opporsi alla proposta di porre nella Costituzione un vincolo di pareggio nel bilancio dello stato.
Altri economisti, e tra essi anche esponenti delle organizzazioni finanziarie e monetarie internazionali di primo piano, intervengono nel dibattito con posizioni, invece nettamente favorevoli, tanto da proporre di condizionare gli aiuti a paesi in difficoltà a questa riforma legislativa.
Giornalisti di diverso orientamento e opinionisti di spicco si sono esposti esponendo le opposte tesi e i lettori restavano spaesati in quanto gli uni e gli altri sembravano avere ragione man mano che si leggeva ciascun "pezzo", se la domanda è il pubblico è fatto di imbecilli? Ovviamente la risposta che ciascuno si dà tra sé è sì, almeno di media. Ma non è su questo argomento che dobbiamo basarci per giungere a questa conclusione, possiamo trovarne molti altri ben più dirimenti e decisivi.
Il problema del pareggio di bilancio potrebbe essere considerato implicito nella normativa vigente dato che nessuna legge può essere promulgata senza adeguata copertura finanziaria. Il Presidente della Repubblica ha, in alcune occasioni, rimandato alle camere leggi che non avevano tale requisito.
Il principio legale di buona amministrazione si basa sul concetto di " amministrare come farebbe un buon padre di famiglia" quindi secondo principi di prudenza e onestà, certo non si può far rientrare in questo concetto quello di fare debiti da lasciare ai figli, i pubblici amministratori dovrebbero amministrare la cosa pubblica come se fossero genitori in punto di morte con figli che stanno per nascere, perché la cosa pubblica che loro amministrano è proprietà dello stato che, essendo formato da tutti i cittadini, quotidianamente in parte muore e in parte nasce.
Quale genitore farebbe debiti prima di morire? Certo non il "buon padre di famiglia" ipotizzato dalla consuetudine legale.
Se oltretutto il discorso non è generale, ma è calato nella realtà italiana, infinite altre potrebbero essere le motivazioni a favore di un vincolo di pareggio, alla luce del comportamento dei molti governi che ho visto nei miei sessant'anni di vita non c'è stato partito al governo che, in vista delle elezioni, non si sia lasciato andare a leggi e leggine economicamente (e non solo) ingiustificate per "farsi bello" con i propri veri o presunti elettori, in molti casi anche partiti all'opposizione hanno approfittato di momenti particolari per appoggiare misure di questo tipo, cogliendo una divisione o una debolezza nella coalizione avversa. Qualcuno si azzardaaddirittura a sostenere che, con un vincolo di questo tipo, i partiti dovrebbero dichiarare, prima delle elezioni, le loro priorità in termini di spesa, quando non addirittura dei bilanci di massima, quindi gli elettori avrebbero un effettivo controllo sulla politica economica dei governi.
Ma la motivazione opposta e cioè che un vincolo di pareggio di bilancio sarebbe insostenibile in tempi di crisi, anzi sarebbe suicida, in quanto la aggraverebbe in una spirale economicamente e socialmente suicida, è così platealmente verosimile che, chiunque abbia un minimo di esperienza nella amministrazione di una qualunque, anche piccolissima impresa, non può che sottoscriverla, proprio nella possibilità di fare debiti, per sviluppare o ammodernare una azienda o per superare una contingenza negativa, sta la ragion d'essere di un imprenditore, e ciò che ne ha decretato il successo rispetto al funzionario dell'economia del socialismo di stato dovrebbe essere proprio questo. Quindi fare debiti nei momenti di crisi, in un contesto di buona amministrazione, dovrebbe permettere di distribuire nel tempo (quindi su più persone, tenendo conto del turn over umano) quei sacrifici che altrimenti sarebbero sopportati solo in un periodo ristretto e potrebbero portare a disastri economici e sociali quali l'umanità purtroppo ha già vissuto.
Che dire quindi della questione: vincolo di bilancio, sì o no? Porre un vincolo del genere nella Costituzione potrebbe essere un grave problema, specialmente in momenti come l'attuale, ma tante volte i governi hanno fatto, almeno temporaneamente carta straccia di alcune norme della costituzione che potrebbe essere inutile discuterne, se e quando un governo volesse troverebbe il modo di aggirare la norma per il tempo sufficiente.
Il momento di porre il problema insomma proprio non dovrebbe essere questo.
Dovrebbe essere nell'ordinaria amministrazione dei tempi di sviluppo economico, che tale norma dovrebbe essere rigidamente applicata, cercando addirittura di avere un disavanzo positivo nei bilanci, proprio per poterla disattendere in momenti come l'attuale, in cui bisognerebbe poter spendere quanto risparmiato precedentemente e ipotecare anche il futuro per dare fondi all'istruzione, alla ricerca, all'innovazione e dare sollievo fiscale a famiglie e imprese.