mercoledì, novembre 28, 2012

I detenuti ringraziano Bruti Liberati

Contrariamente a quanto sostiene Sallusti (qui un articolo su repubblica.it) le motivazioni che pare abbiano spinto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati secondo alcuni sono di natura umanitaria, oltre che per tutelare l'Italia da una condanna in sede internazionale, la presenza di Sallusti in un carcere avrebbe infatti sottoposto gli altri detenuti a una sofferenza ingiustificata e ingiustificabile, tale che eventuali ricorsi alla Corte Europea, da parte dei detenuti, avrebbero potuto cagionare importanti esborsi da parte dell'amministrazione.
Anche da parte di alcuni direttori di istituti penitenziari è stata espressa, riservatamente, preoccupazione per la salute mentale e il rischio suicidio per i detenuti eventualmente reclusi insieme al Sallusti.
Varie organizzazioni umanitarie stanno facendo sentire la loro voce per spingere il governo ad attuare misure che servano a proteggere i detenuti, cittadini che stanno onestamente scontando la loro pena, dal ludibrio di sentirsi accomunati al Sallusti, addirittura costretti a dormire sotto lo stesso tetto.
Ma noi ci chiediamo se il procuratore capo Bruti Liberati non avrebbe dovuto occuparsi, in primis, dei cittadini non reclusi, che con gli arresti domiciliari del soggetto in questione si trovano a dover vedere il Sallusti ogni volta che accendono la televisione e sentire le sue dichiarazioni, anche in fascia protetta, senza alcun rispetto per la sensibilità delle fasce deboli della popolazione, i bambini e gli anziani, che hanno manifestato già un grave aumento degli episodi di vomito incoercibile e numerosi casi di reflusso gastro-esofageo.
Se il governo riuscisse a trovare il modo di fare accettare a Sallusti il ruolo di mediatore tra il governo siriano e i ribelli sarebbe una soluzione eccellente: gli italiani si libererebbero. almeno temporaneamente. del soggetto e probabilmente in Siria, pur di liberarsi di lui, si metterebbero d'accordo, sarebbe solo una soluzione transitoria certo, ma, con tutti i conflitti che sono in corso nel mondo, il ruolo di mediatore potrebbe divenire stabile e noi potremmo liberarcene definitivamente.

venerdì, novembre 23, 2012

Israele e la decimazione non dichiarata

Qualche deciana di anni fa ebbi la pazienza di contare in un periodo di alcuni anni il numero di israeliani e di palestinesi morti nel conflitto israelo-palestinese.
I conti che feci allora non si discostano da  quelli che riportava il post soppresso di Piergiorgio Odifreddi su repubblica.it (che ho trovato qui su il fatto quotidiano.it) che cito integralmente di seguito:
"Dieci volte peggio dei nazisti (18)
Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.
In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
Piergiorgio Odifreddi"
Qui  Odifreddi su repubblica.it scrive un ultimo post di commiato dopo la censura, tante volte non mi sono trovato d'accordo con lui, ma i numeri non sono contestabili.
Se si trattasse di sperimentare una medicina e questa provocasse una mortalità maggiore nei soggetti trattati rispetto ai pazienti di controllo con il placebo, trarremmo le conseguenze dai numeri, così in questo caso i numeri parlano da soli, non c'è proporzionalità accettabile tra i danni inferti agli israeliani e quelli inferti ai palestinesi, non possiamo parlare di legittima difesa, semmai di una forma violenta di dissuasione dal restare nelle proprie case, di un tentativo, già in gran parte giunto a buon fine di estromettere i palestinesi dalla propria terra, privandolo dell'acqua, della terra, delle possibilità di avere un qualunque sviluppo economico e culturale, se non fosse attuato con tanta ferma circospezione e tanti alibi, diremmo che si tratta di un etnocidio vero e proprio, con quanto dolore ogni volta che affronto questo argomento mi trovo a fare i conti è cosa difficile a dirsi, quanto facilmente l'uomo passi dal ruolo di perseguitato a quello di persecutore è cosa che mi corrode le budella e muove al pianto.

domenica, novembre 18, 2012

Aldo Grasso stavolta non ci mette la faccia, perchè?

Spesse volte di recente ho visto gli interventi video di Aldo Grasso come critico televisivo, ma questa volta si è superato ha voluto fare un pezzo su Francesco Rutelli, per carità il soggetto si presta pure, ma la carica di acrimonia con cui ha farcito il suo pezzo lo rende un articolo che potrà essere usato nelle scuole di giornalismo, come esempio di autoironia involontaria, di più: di sarcasmo a carico di se medesimo.
A onore del vero bisogna riconoscere che Aldo Grasso stavolta non ha voluto metterci la faccia si è limitato alla firma, mi sa che gli veniva troppo da ridere a dire le cose che ha scritto.
L'articolo è su "corriere.it" qui , dovete assolutamente leggerlo assolutamente (ed è proprio il caso di usare questo avverbio che sono giunto a detestare per l'abuso che se ne fa di questi tempi) tutte le accuse di risentimento che il buon Grasso, solitamente abbastanza equilibrato nelle sue recensioni, fa a Rutelli sono in evidenza in tutto il suo articolo ma a carico del Grasso stesso.
Sembra proprio che la difesa della casta giornalistica sia un virus che non risparmia nessuno, anche Travaglio a suo tempo scrisse in difesa dell'Indifendibile, a cui evitare il carcere causa tanto travaglio a politici e giornalisti.
Ma insomma ci dicano a cosa serve questo ordine dei giornalisti, se esso non prende quasi mai posizione contro i suoi iscritti!
Bisognerebbe che qualcuno spiegasse ai giornalisti che le maggiori tutele, come quelle stabilite dall'esistenza di un ordine professionale, esigono anche maggiori responsabilità.
Nascondersi dietro una multa più o meno ingente, come fanno buona parte degli iscritti all'ordine e molti politici, multa che, per i giornalisti che diffamano conto terzi, pagherebbero l'editore o il mandante, è nascondersi dietro le proprie mani, come fanno i bambini, una multa ingente serve solo a scoraggiare il giornalismo d'inchiesta fatto da autori indipendenti e i blogger.

venerdì, novembre 09, 2012

Umberto Ambrosoli, chi è, cosa pensa, cosa ha fatto?

Confesso la mia ignoranza, non so niente di Umberto Ambrosoli, tranne il fatto che sia figlio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, assassinato da un killer su mandato di Sindona.
Visto che sul nome di Umberto Ambrosoli c'è stata una ridda di notizie ho cercato lumi sulla rete, ma non sono riuscito a capire cosa abbia fatto fin'ora, al di là di essere un avvocato (spulciando decine e decine di pagine di ricerca di Google non sono neppure riuscito a capire se sia un civilista o un penalista), ho cercato di capire quali posizioni abbia espresso su argomenti di carattere sociale, politico o economico, neppure su questo sono venuto a capo di niente. Unica cosa certa è che ha fatto una settimana (o più?) di tira e molla se accettare o meno la candidatura.
Leggo che Tabacci appoggia senza dubbi la sua candidatura, mi piacerebbe sapere in base a quale programma, ma a quanto pare stanno piazzando cavalli di frisia per impedire le primarie nel/al PD e i programmi sono un optional, ma non di quelli dirimenti la scelta del modello, un po' come lo sbrinatore dello specchietto retrovisore in Madagascar.
Per carità, non ho niente contro questo signore, ma mi piacerebbe sapere come la pensa su vari argomenti di tipo economico, etico, sociale, e di cosa si è occupato fin'ora, altrimenti sarebbe molto meglio evitare non solo le spese delle primarie, ma anche le elezioni e tirare a sorte il prossimo presidente della Regione Lombardia tra tutti i cittadini, la probabilità che capiti qualcuno peggio di Formigoni credo sia estremamente limitata, quindi sarebbe comunque un progresso.

giovedì, novembre 08, 2012

Capelli rossi e genetica

Qui su corriere.it un articolo divulgativo sulla relazione tra capelli rossi e clima, contrariamente a quanto è usuale sui giornali sul web l'articolo è abbastanza chiaro, ma alla fine cade in un errore grossolano, sembra che il giornalista si sia improvvisamente fatto prendere dalla fretta di chiudere infatti conclude così:
"In tutti i casi come conferma lo studio è credibile che il rutilismo origini da una mutazione genetica avvenuta in alcune popolazioni nordiche circa 20.000 anni fa a causa di un cambiamento climatico e per favorire la vitamina D."
La fretta, immagino, è riuscito a far mettere, a in poche righe due importanti errori che possono indurre il lettore a pensare ai meccanismi di mutazione e di selezione come dipendenti da cose che non hanno diretta relazione con essi.
Mi spiego: che la mutazione genetica sia avvenuta a causa di un mutamento climatico sono certo che nessun genetista lo affermerebbe, semmai potrebbe affermare che la mutazione, causata da non sappiamo cosa, era presente nella popolazione e il clima, divenuto povero di irraggiamento solare, la ha favorita in quanto la pelle particolarmente chiara dei "rossi" lascia passare la poca radiazione disponibile in misura maggiore della pelle di chi ha pelame di altre caratteristiche, i portatori di tale mutazione quindi venivano favoriti dalla selezione naturale in quanto anche in quelle condizioni climatiche potevano sintetizzare la vitamina D necessaria al loro metabolismo.
Quindi: il cambiamento climatico in generale non causa una mutazione, e le mutazioni non avvengono per favorire una vitamina o un'altra.

lunedì, novembre 05, 2012

Ridere con il National Geographic

Qui una foto del National con titolo e didascalia che recita così: "Modello testarossa"; più sotto: "Questa nuova tarantola dalla testa rossa, Iridopelma katiae,..." divertente il doppio equivoco: la Ferrari Testarossa si chiamava così seguendo la tradizione per cui, sui modelli da competizione i coperchi degli alberi a camme erano verniciati di rosso, quindi si trattava della parte superiore della testata del motore.
Fin qui la didascalia in grassetto ci può stare è ironica e in effetti il motore nella Ferrari in questione era in posizione centrale-posteriore e le due righe sull'addome potrebbero far pensare alle testate di un motore a V longitudinale.
Ma quando si specifica, nella parte della didascalia che ho sottolineata, che questa tarantola ha la testa rossa allora si ride davvero!