domenica, novembre 15, 2015

Stati e religioni, sventurati incesti



Lo stato e la religione non dovrebbero mai mescolarsi secondo me, essi dovrebbero rapportarsi tra loro come fratello e sorella, pur rispettandosi dovrebbero occuparsi di ambiti diversi, essi dovrebbero poter seguire le loro specifiche autocratiche norme senza che esse debbano scontrarsi sul terreno improprio dell'altro, altrimenti, mescolandosi, potrebbero verificarsi sventurati incesti, come puntualmente accade.
Negli anni '60 mi chiedevo perché gli stati occidentali permettessero la circolazione sul loro territorio di sceicchi e simili accompagnati da mogli, concubine e altre donne al seguito, velate in modo da celare i loro volti, cosa contraria alle leggi locali dell'epoca.
Secondo me questa "tolleranza" verso costumi diversi serviva a mascherare in realtà la convinzione di una superiorità occidentale nei confronti di culture diverse, che per l'intrinseca progressività della storia sarebbero andate adeguandosi.
Si sarebbe invece dovuto dichiarare con fermezza che il rispetto delle leggi locali non ammette eccezioni.
Si sarebbe dovuto applicare con altrettanta fermezza il principio di reciprocità nel trattamento di cittadini e religioni, nel senso ad esempio che cittadini di Stati che non ammettono il proselitismo di altre religioni nel loro territorio non avrebbero potuto in alcun modo svolgere tale attività negli Stati ospiti, ugualmente con poligamia o poliandria se lo Stato ospite non li contempla e via dicendo.
Ritengo che proprio il proselitismo praticato dalla maggior parte delle confessioni e sette cristiane in tante parti del mondo (non di rado abbracciato, praticando anche conversioni forzate, addirittura dagli stati, estendendo così l'imperialismo dall'ambito politico-economico a quello religioso) abbia contribuito a costituire la coscienza sporca che, insieme alla già citata convinzione di superiorità intrinseca del sistema di vita occidentale, ha permesso l'affermarsi di pratiche illegali tra cui l'uso di indumenti atti a nascondere i lineamenti femminili, la poligamia, l'infibulazione eccetera.
Non ultima tra le altre cause di questo conflitto credo di dover citare la confusione di ruoli tra stato e chiesa, anche in molti paesi occidentali, che si manifesta in diversi modi tra cui: il riconoscimento di festività religiose, il riconoscimento all'obiezione di coscienza per operatori sanitari, l'insegnamento di specifiche religioni nelle scuole (a volte addirittura a carico dello stato ma con scelta dei docenti operata da gerarchie religiose), il riconoscimento di ministri di culto come pubblici ufficiali nei matrimoni in alcuni paesi, la presenza di ministri di culto (retribuiti dagli stati) in molti eserciti ecc.
Purtroppo per interessi a volte economici, a volte d'influenza politico strategica, più spesso per il combinato di entrambi, si è dimenticato che il rispetto è moneta di scambio essenziale tra popoli, paesi e culture, ma appunto come una qualunque moneta ha due facce: il rispetto che si riconosce di dover dare e il rispetto che si deve esigere.
Fino a ora a governare i rapporti tra stati e tra culture si è oscillato tra “imperialismo” e “tolleranza” i risultati dobbiamo riconoscere che non sono stati brillanti, forse è il caso di dimenticare entrambi.

Milano 15 Novembre 2015