Lo stato e la religione non dovrebbero mai mescolarsi secondo me, essi dovrebbero rapportarsi tra loro come fratello e sorella, pur rispettandosi dovrebbero occuparsi di ambiti diversi, essi dovrebbero poter seguire le loro specifiche autocratiche norme senza che esse debbano scontrarsi sul terreno improprio dell'altro, altrimenti, mescolandosi, potrebbero verificarsi sventurati incesti, come puntualmente accade.
Negli anni '60 mi
chiedevo perché gli stati occidentali permettessero la circolazione
sul loro territorio di sceicchi e simili accompagnati da mogli,
concubine e altre donne al seguito, velate in modo da celare i loro
volti, cosa contraria alle leggi locali dell'epoca.
Secondo me questa
"tolleranza" verso costumi diversi serviva a mascherare in
realtà la convinzione di una superiorità occidentale nei confronti
di culture diverse, che per l'intrinseca progressività della storia
sarebbero andate adeguandosi.
Si sarebbe invece
dovuto dichiarare con fermezza che il rispetto delle leggi locali non
ammette eccezioni.
Si sarebbe dovuto
applicare con altrettanta fermezza il principio di reciprocità nel
trattamento di cittadini e religioni, nel senso ad esempio che
cittadini di Stati che non ammettono il proselitismo di altre
religioni nel loro territorio non avrebbero potuto in alcun modo
svolgere tale attività negli Stati ospiti, ugualmente con poligamia
o poliandria se lo Stato ospite non li contempla e via dicendo.
Ritengo che proprio
il proselitismo praticato dalla maggior parte delle confessioni e
sette cristiane in tante parti del mondo (non di rado abbracciato,
praticando anche conversioni forzate, addirittura dagli stati,
estendendo così l'imperialismo dall'ambito politico-economico a
quello religioso) abbia contribuito a costituire la coscienza sporca
che, insieme alla già citata convinzione di superiorità intrinseca
del sistema di vita occidentale, ha permesso l'affermarsi di pratiche
illegali tra cui l'uso di indumenti atti a nascondere i lineamenti
femminili, la poligamia, l'infibulazione eccetera.
Non ultima tra le
altre cause di questo conflitto credo di dover citare la confusione
di ruoli tra stato e chiesa, anche in molti paesi occidentali, che si
manifesta in diversi modi tra cui: il riconoscimento di festività
religiose, il riconoscimento all'obiezione di coscienza per operatori
sanitari, l'insegnamento di specifiche religioni nelle scuole (a
volte addirittura a carico dello stato ma con scelta dei docenti
operata da gerarchie religiose), il riconoscimento di ministri di
culto come pubblici ufficiali nei matrimoni in alcuni paesi, la
presenza di ministri di culto (retribuiti dagli stati) in molti
eserciti ecc.
Purtroppo per
interessi a volte economici, a volte d'influenza politico strategica,
più spesso per il combinato di entrambi, si è dimenticato che il
rispetto è moneta di scambio essenziale tra popoli, paesi e culture,
ma appunto come una qualunque moneta ha due facce: il rispetto che si
riconosce di dover dare e il rispetto che si deve esigere.
Fino a ora a
governare i rapporti tra stati e tra culture si è oscillato tra
“imperialismo” e “tolleranza” i risultati dobbiamo
riconoscere che non sono stati brillanti, forse è il caso di
dimenticare entrambi.
Milano 15 Novembre
2015