giovedì, settembre 04, 2008

Quanti giochi alla tivù

Da oltre un anno, tutti i giorni

ci propinano il balletto

dei sondaggi altalenanti,

ci dan numeri varianti.

E la vecchia presidenza

già da mesi, sui giornali,

vien descritta dimezzata.

Come chicche alla Befana

qui si scartano le vesti

dei bambini e delle madri,

uno scandalo annunciato

vale quanto uno trovato.

Quel che sembra debolezza

da doman divien prodezza.

Questa è la democrazia?

E in Italia votano chi?

Chi di più le spara grosse

e men mostra la vergogna

del passato e del presente;

chi più mostra faccia tosta

e un sorriso accattivante.

Oh ma noi non siamo i soli,

siamo in buona compagnia.

Se facessimo una riffa?

Senza stare a perder tempo

a seguire convenzioni;

sarem forse defraudati

delle partecipazioni?

Risparmiando le elezioni

e il balletto che consegue,

quante pagine il giornale,

e poi, il telegiornale,

quanto tempo risparmiato,

quanti gli alberi graziati.

Ma dobbiam sentirci parte

della rappresentazione,

altrimenti non sta bene.

Decidon sempre gli stessi,

ma a noi tocca l'illusione,

di decider qualche cosa,

e dobbiamo essere contenti

della parte che giochiamo:

quella dei sempre più fessi.



Milano 4 Settembre 2008

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