sabato, agosto 20, 2011

Alfonso Papa, il carcere e i fatti di sangue.

In questo articolo si cita una lettera scritta dal deputato Alfonso Papa in cui egli, a proposito della sua adesione alla giornata di sciopero della fame e della sete, indetto dai radicali per sensibilizzare il parlamento sulla situazione delle carceri italiane, tra l'altro scrive:
«Lo avrei fatto comunque. Ma il destino ha voluto che lo abbia fatto come primo parlamentare consegnato da presunto innocente, in stato di custodia cautelare, per fatti non di sangue, alle patrie galere».
Di nuovo tocca sentire questo appello contro la detenzione per fatti non di sangue.
Tocca citare Al Capone, che fu condannato per evasione fiscale, unico reato che si riuscì a provare contro di lui.
Il partito cui appartiene (apparteneva?)il parlamentare A.Papa si è distinto per la depenalizzazione del reato di falso in bilancio e altre amenità siffatte.
Che importa se i reati economici mettono in ginocchio le famiglie dei risparmiatori, se fanno fallire aziende e mandano a casa i lavoratori il carcere, secondo questa logica, il carcere tocca solo a coloro che commettono fatti di sangue, per carità, la violenza è sempre da condannare, chiunque la pratichi però, non fatti salvi i "tutori dell'ordine".
Che dire poi di politici e amministratori che facilitano gli affari della criminalità organizzata? Sono o non sono responsabili dei fatti di sangue che le organizzazioni criminali commettono per assicurarsi la supremazia nel terrotorio o per intimidire chi non si piega?

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