Il governo Renzi si
sta rendendo ridicolo di fronte a tutti i coloro che ragionano e che
sono interessati all'Italia, alla sua economia e al suo sviluppo.
A quanto pare Renzi
ha con la realtà in cui vivono gli italiani lo stesso rapporto che
aveva Berlusconi, un rapporto cioè mediato dalla televisione, dalle
adunate di adoratori e dai talk show.
Nessuno di loro due
ha dimestichezza con la vita quotidiana di un lavoratore o di un
pensionato, fondamentalmente la platea a cui si dovrebbe rivolgere
chi si occupa di tassazione sulla casa, ma quello che allarma di più
è che, anche nell'entourage di entrambi, nessuno ha ugualmente tale
dimestichezza o ha avuto il coraggio, o la riconosciuta
autorevolezza, per opporsi alle demagogiche dichiarazioni di questa
estate del premier.
Infatti a me sembra
che tra le tasse che hanno una loro ragion d'essere quella sulla casa
sia forse la principale, il suo destino infatti dovrebbe essere
quello di finanziare gli enti locali, che alla casa forniscono i
servizi che a quella casa attribuiscono il loro valore d'uso, tra
questi servizi elenco brevemente: strade e marciapiedi e loro
illuminazione, manutenzione e pulizia, mezzi pubblici di collegamento
con scuole, ospedali e altri luoghi d'utilità, servizi di pubblica
sicurezza e vigilanza.
Sarebbe quindi
opportuno che la tassazione sulle case, anche quella sulla prima
casa, fosse proporzionata alla disponibilità ed efficienza di tali
servizi, oltre che alla superficie della casa.
Quindi una vera
riforma dovrebbe riportare la tassazione sulla casa a tale importante
funzione, da cui purtroppo è stata allontanata da troppi governi che
hanno semplicemente pensato che essendo la casa difficilmente
occultabile (su questo ci sarebbe tanto da dire in merito a catasti,
uffici tavolari e ai vari uffici comunali che dovrebbero censirle e
controllarne la congruità a piani regolatori ecc.) hanno fatto della
casa il primo cespite a cui affidarsi per urgenze di bilancio.
Adesso Matteo Renzi
si adombra per le critiche fatte da Corte dei Conti e istituzioni
europee in merito alla sua abolizione, sembra proprio un bambino cui
la mamma toglie il videogioco per andare a cena.
I saggi cambiano
opinione di fronte a contestazioni ragionevoli e motivate, certo per
farlo è necessario avere abbastanza sicurezza in sé stessi, nelle
proprie forze e chiarezza di obiettivi cui mirare, tutte cose che
evidentemente mancano al premier, purtroppo anche il governo e
l'intero staff a quanto pare soffre dei medesimi difetti, o per lo
meno nessuno di loro ha il coraggio di giocarsi il posto mettendo in
discussione le affermazioni fatte da Matteo Renzi a proposito di
tasse sulla casa e questo è ancora più triste, in quanto essi sono
in qualche modo esponenti, sia pure di una parte soltanto, della
classe dirigente disponibile al momento, evidentemente poco diversa
nei fatti da quella che dei governi precedenti, quindi il problema
che mi pongo è come rinnovare la classe dirigente? Si dice che la
classe dirigente di un paese è l'espressione del paese, in questo
caso temo che non abbiamo nessuna speranza, salvo una epidemia
mortale che colpisca furbi e imbecilli.
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