Ogni anno le
commemorazioni delle vittime delle due bombe atomiche sul Giappone
diffondono tristi fotografie che divengono trucidi album quando gli
anniversari fanno cifre tonde, dispiace assai per tutte quelle
persone che hanno sofferto, ma quanto poche sono le testimonianze che
appaiono sui media sugli eccidi e sulle crudeli pratiche di prigionia
e lavori forzati che le forze di occupazione giapponese hanno
utilizzato in ogni luogo conquistato?
Quante sono state le
schiave sessuali dei paesi occupati utilizzate per il “ristoro”
dei soldati del sol levante?
I cittadini coreani
presenti nelle città oggetto del bombardamento atomico mi risulta
siano addirittura stati esclusi dall'accesso alla sanità pubblica.
Quindi io non mi
sento di associarmi a tutti coloro che hanno condannato l'uso
dell'atomica sul Giappone, se ciò ha abbreviato anche solo di un
giorno la guerra, è stato giusto farlo.
Che poi questo abbia
generato nel popolo giapponese, e in particolare nei suoi governanti
e classe dirigente, un'attrazione per l'energia atomica che nella
riapertura di centrali, anche dopo il disastro di Fukushima, come in
altre misure, continua a manifestarsi come un amore masochista,
questo è argomento di psicoananlisi sociale.
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