martedì, maggio 08, 2012

I dirigenti suicidano il partito Democratico, la lobby di giudici e avvocati non demorde.

Su Repubblica.it qui si dà conto di un episodio che mostra quanto la dirigenza del PD sia lontana dal comune buon senso, dal sentire diffuso di una popolazione sottoposta a una cura da cavallo di tasse e diminuzione di servizi e non, piuttosto, vicina agli interessi di burocrati dei vari apparati dello stato.
Nell'articolo si cita l'episodio di un emendamento, presentato nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia da Roberto Giachetti (del PD), che limita temporalmente il periodo di possibile distacco di giudici e avvocati dello stato in altre amministrazioni, e inoltre non consente il cumulo di due stipendi, il soggetto distaccato continuacioé a percepire lo stipendio del proprio ruolo e basta.
Nelle votazioni sull'emendamento in questione tutti i gruppi hanno votato a favore, solo il PD si è astenuto con l'eccezione di Rita Bernardini e Paola Concia.
Non basta avere avuto governi (di destra e di sinistra) pieni di commercialisti, capaci di complicare al massimo la vita dei contribuenti gravandola, oltre alle tasse statali, di una tassa impropria (l'obbligo implicito di avere un commercialista per adempiere ai propri obblighi fiscali, causa la complicazione sempre maggiore della normativa) ora anche la lobby trasversale di giudici e avvocati tenta di mantenere e allargare le proprie prerogative anche nel governo "tecnico" il parere contrario del governo all'emendamento era stato espresso prima da Nitto Palma (non era anche nel governo precedente?) e poi dalla guardasigilli Paola Severino.
A noi che fare? Proporre come aggravante, per qualsiasi reato, l'essere laureati in legge, in modo da annullare per costoro la concessione di qualunque attenuante, che inevitabilmente si concederebbero reciprocamente, come hanno fatto sempre fin'ora.

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