venerdì, luglio 20, 2012

La Tirrenia privatizzata. Un'occasione per ridere delle avventure dei passeggeri sui traghetti.

In merito alla Tirrenia ho un paio di episodi che mi sono accaduti da raccontare e che giustificano la mia decisione di mai più esserne cliente.
Negli anni '80 mi successe di prenotare, e pagare anticipatamente, una cabina per 4 e che l'addetto alla distribuzione cabine mi rifiutasse la cabinam sostenendo che il mio biglietto non era valido, dopo avere pazientato che sfoltisse la coda riuscii a fargli leggero con calma il biglietto per intero, infine, di malagrazia, mi diede la chiave della cabina, riconoscendo, solo implicitamente di essersi sbagliato, io dissi che il suo modo di fare non era "urbano" egli chiese che volevo dire e, mentre già mi stavo allontanando un altro passeggero che aveva assistito alla vicenda spiegò che coleva dire "educato", a quel punto l'addetto si chinò sotto il bancone ed estrasse un bastone delle dimensioni di un manico di piccone, io mi allontanai in fretta mentre lui usciva da dietro il bancone e lui rinunciò dopo pochi passi a inseguirmi.
Quindici anni dopo presi di nuovo un traghetto della Tirrenia e quattro ore e mezzo prima dello sbarco, previsto per le ore 9.00 del mattino, fui svegliato da musica a tutto volume, affacciatomi sul corridoio vidi che stavano lavando il pavimento portandosi appresso una grande radio a batterie, appena mi videro mi dissero di liberare la cabina perché dovevano fare le pulizie.
Fu l'ultima volta che salii su una nave di quella compagnia, il vantaggio di prendere una cabina e arrivare riposati, per riprendere il viaggio al mattino successivo, evidentemente non rientrava nel prezzo del biglietto per quella compagnia.
Purtroppo anche con altre compagnie di navigazione ebbi sorprese, anche se più "sfumate", una volta, su GNV da Genova a Palermo, mi accorsi che gli asciugamani erano stati solo ripiegati dopo l'uso dei passeggeri precedenti, non cambiati, trovai infatti una macchia di sangue, o che tale appariva, in un'altra occasione assistei, non visto, alla "pulizia" del bagno, fatta passando, in fretta, l'asciugamano dei passegeri precedenti un po' dovunque e mettendo le fascette "sanitized" sui wc, devo dire che negli altri viaggi con tale compagnia non successe altro di sgradevole, salvo comunque la tendenza di tutte le compagnie a sfrattare i passeggeri dalle cabine varie ore prima dell'arrivo, probabilmente a causa del fatto che, nella stagione estiva in particolare, i tempi di sosta tra i viaggi sono estremamente ridotti.
Ricordo che una volta a Civitavecchia, partendo per Olbia con l'auto, l'imbarco fu veramente avventuroso.
Erano le dieci di sera, in agosto è già notte, mi avevano fatto imbarcare l'auto e poi mi avevano fatto uscire, avrei dovuto rientrare con tutti gli altri passeggeri dopo un'ora: la nave a quel punto era accostata per un fianco alla banchina e per entrare si doveva salire una passerella lunghissima e stretta che finiva in una porticina, la quale dava su un locale che poteva essere di 5m per 5m, qui si apriva lo sportello del commissario di bordo che distribuiva le chiavi delle cabine e tutto intorno partivano scale in salita e in discesa.
La nave era arrivata in ritardo e tutti si accalcarono per salire, temetti che la scaletta non resistesse al peso, invece arrivai, in qualche modo, alla ressa davanti allo sportello del commissario di bordo, quando un odore di bruciato si diffuse nell'aria e, in un attimo, dalle scale che salivano e scendevano, cominciò un flusso inverso di persone spaventate.
Dalla scaletta esterna continuavano a spingere per entrare, ma dalle scale interne la gente spingeva per uscire, guadagnai con la mia compagna e il nostro cane un angolo e li difesi, puntandomi con le braccia contro le pareti, dalla ressa per permettere loro di respirare, infine da una porta sbucò un uomo che subito usci da un'altra porta, dopo un attimo atre due persone uscirono dalla stessa porta guardandosi intorno come in un inseguimento, intanto il sentore di bruciato era stato aspirato e la gente si era calmata, la traversata proseguì senza intoppi, salvo che all'arrivo scoprii che la mia auto era su una nave diversa e io nella confusione dell'imbarco non me ne ero neppure accorto, forse semplicemente non era una possibilità contemplata dalla mia mente, in base alla mia esperienza, l'avrei dovuta quindi aspettare ancora un paio d'ore. Il giorno successivo all'arrivo scoprii, leggendo il giornale, che era stato catturato un piromane che aveva già varie volte tentato di dare fuoco alla nave.
La cosa più ridicola invece mi successe in Corsica, arrivato per tempo a Bastia per imbarcarli per Livorno, mi dissero che la nave era in ritardo e mi indicarono la banchina a cui sarebbe attraccata.
Con oltre due d'ore di ritardo, rispetto all'oraio di partenza, finalmente si vide una nave che entrava in porto, sbarcati tutti i passeggeri e i mezzi, finalmente diedero inizio all'imbarco con molta fretta, e, con solo tre ore di ritardo, finalmente partimmo, ci rimase oscuro il morivo del ritardo, il mare era calmo, le macchine sembravano andare con regolarità, ma il tempo di percorrenza previsto per il tragitto si allungava, tre ore oltre il previsto, così infine arrivammo verso le due di notte, anzichè alle 20.00, stravolti dalla giornata, compulsavamo nervosi l'orario ferroviario per cercare il modo di arrivare a Trieste il più in fretta possibile e non facemmo caso alle luci della costa.
La Stazione Marittima ci sorprese per le sue dimensioni, mentre sbarcavamo percorrendo le pensiline, ma fu solo quando, cercando la stazione ferroviaria, vedemmo le indicazioni Brignole e Porta Principe che capimmo di essere sbarcati a Genova.
In un'altra occasione qualche nota sulle tratte Trieste - Igoumenitsa, Genova - Barcellona, Mersin - Famagosta e Algesiras - Tangeri.

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