Gli annunci dell'attuale Presidente del Consiglio in merito alla
estinzione di massa delle tasse di questo secolo sta preoccupando non
poco quanti si occupano di sistematica fiscale.
Si tratterà di una
effettiva estinzione di massa che ridurrà i phila a due o tre con un
paio di specie ciascuno o si darà il via a un nuovo sistema di
classificazione con ridenominazione di ogni phila e una nuova
suddivisione di ciascuno con innumerevoli ordini, generi, specie e
sottospecie come già avvenne in passato?
Ovviamente burocrati,
commissioni tributarie, tributaristi, commercialisti, CAF e personale
dipendente, temporaneo, avventizio, a termine e via discorrendo, sperano
nella riclassificazione, che inevitabilmente avverrà se codesta riforma
sarà “pianificata” dai soliti dirigenti pasticcioni agli ordini di
politici miopi ed avventati.
I comuni cittadini, proprietari o
meno di prima casa, sperano, più che nella eliminazione delle tasse
preannunciata (che come al solito sarebbe prodromo ad una loro
proliferazione, suddivisione, speciazione e ridenominazione) in una
unificazione con criteri e aliquote unici nazionali, che possibilmente
porti ad una riduzione del loro ammontare, anche se forse basterebbe
semplificarla in modo da non doversi rivolgere a commercialisti e CAF
per ridurne il peso sui cittadini, se poi le aliquote fossero decise con
ampio anticipo con ampi termini di pagamento i pensionati e i meno
abbienti potrebbero andare in vacanza in periodo non di punta,
risparmiando non poco e aiutando anche il settore turistico.
La domanda allora è: siamo alla vigilia di una estinzione di massa o all'antivigilia di una radiazione adattativa?
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